Il sindaco Virginia Raggi e il suo libro dei “sogni”

Scintille col Pd alla presentazione del programma

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Non è facile fare una sintesi delle 40 cartelle che Virginia Raggi ha presentato in Consiglio anche perché ogni sindaco appena insediato ha il dovere di presentare il suo programma che spesso rappresenta un libro dei sogni. Non è venuta meno a quest’obbligo nemmeno lei che ha illustrato le linee programmatiche della sua amministrazione a Cinque Stelle. Un documento che richiama in parte anche quello presentato da Ignazio Marino con la differenza che la situazione di Roma in questi anni è peggiorata come dimostrerebbe l’Eurobarometer della Commissione Europea secondo il quale solo il 26% dei romani si fida della pubblica amministrazione. «Ci troviamo – ha detto la sindaca – con un’amministrazione capitolina ferma per un lunghissimo periodo in assenza di una direzione politica, istituzioni culturali in affanno, difficoltà finanziarie, confusione e frammentazione a causa di molteplici cambiamenti di direzione e assenza di strategie». Per nulla scossa dalle polemiche che hanno coinvolto l’assessora all’ambiente Paola Muraro della quale il Pd chiede le dimissioni, ha subito affrontato il problema delle municipalizzate. In primo luogo di Ama che dovrà essere «sotto l’egida della sindaca e dell’assessorato», mentre per Acea ha rivendicato il ruolo di indirizzo e di vigilanza come socio di maggioranza al 51%. La patata bollente rimane comunque Ama che secondo la Raggi in questi ultimi anni non si è dotata degli impianti necessari offrendo opportunità a gruppi privati. Tanto che  Ama «è stata relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi». D’ora in poi, prosegue, la gestione dei rifiuti poggerà su tre passi: prevenzione e riduzione dei rifiuti; raccolta differenziata e riciclo; monitoraggio e controllo. I siti individuati sono stabilimento Ama Salario, Ponte Malnome, Rocca Cencia. A monte della situazione di Ama ci sono tuttavia oltre 600 milioni di debiti, di cui 200 milioni verso fornitori, oltre 35 milioni di euro annui verso il pool di banche creditrici; 250 milioni di costi per la esportazione di rifiuti; circa 7500 dipendenti; una flotta di veicoli acquistati per oltre 200 milioni nel 2009 e 2010. Per queste ragioni «l’azienda sconta alti costi industriali per tonnellata trattata e per tonnellata di Raccolta Differenziata conferita con bassi indici di efficienza nella pulizia stradale e nella manutenzione dei cassonetti su strada. Mentre l’intero parco impianti Ama soffre di deficit di manutenzione da tre anni. Su Acea propone invece di rispettare la volontà popolare per una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico inserendo nello Statuto di Roma Capitale il concetto del ‘Diritto all’Acqua’ affinché Acea Ato2 garantisca un servizio trasparente verso la cittadinanza. Per le
trasformazioni urbane e le opere pubbliche secondo la Raggi si è manifestato un intreccio di corruzione politico/ imprenditoriale a causa della mancanza di etica nel governo urbano e dell’abbandono della funzione di guida da parte dell’ente pubblico, grazie a una serie di deroghe urbanistiche e con un uso spregiudicato delle risorse per la realizzazione delle opere pubbliche. Il primo obiettivo dell’amministrazione sarà quello di ripristinare trasparenza e legalità e anche per i lavori pubblici sarà necessaria una gestione trasparente, avviando un rapporto collaborativo, l’agenzia dell’anticorruzione di Cantone. Infine l’Amministrazione si impegna ad esplorare la rinegoziazione del mostruoso debito pregresso con nuove soluzioni di finanziamento/rifinanziamento «che risultano percorribili nell’attuale contesto di mercato che si distingue per tassi di interesse ai minimi storici.» Fra le proteste della opposizione per la vicenda Muraro Il giudizio più tranchant sul documento della Raggi è quello del suo competitor in campagna elettorale Roberto Giachetti del Pd che lo giudica un testo vuoto perchè mancano azioni concrete. «Il vostro documento – afferma – è tutto un proliferare di ‘faremo’, ma non c’è un impegno preciso o una scadenza». Poi ha sottolineato la «assoluta inadeguatezza delle linee programmatiche», spiegando che ad esempio «non c’è una riga sulle centinaia di opere incompiute. Che volete fare della metro C? Non prendete un impegno nemmeno sull’abbattimento del lungomuro di Ostia. Su quali settori punta la città e come?» Quindi il Pd annuncia un’opposizione dura e senza sconti delibera per delibera.
Giuliano Longo

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