Nel Lazio solo 7 medici in reparti patologie feto

Il 40% ospedali non eroga servizi previsti da legge 194 per l'aborto assistito

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L’agenzia Dire Sanità riporta che il 40% ospedali non eroga servizi previsti da legge 194 per l’aborto assistito. Giorni fa era nata una rovente polemica con la Regione Lazio che aveva assunto quattro medici con obbligo di praticare l’aborto anche in considerazione dell’alto numero di medici ‘obiettori di coscienza’ che rifiutano tale pratica negli ospedali.

L’agenzia ricorda che l’articolo 9 della predetta legge dice che gli enti ospedalieri devono erogare tutti i servizi previsti dalla 194. Ovvero l’interruzione di gravidanza volontaria nei primi 90 giorni e quella dopo i 90 giorni per malformazioni del feto gravi o pericolo di vita della donna. Dalla relazione della ministra Lorenzin risulta invece che più del 40% degli ospedali non eroga nessuno dei due servizi previsti. Inoltre, l’altro 59% degli ospedali eroga solo l’interruzione di gravidanza volontaria nei primi 90 giorni. Si pensi che ad operare nel nei reparti di Patologie del feto e pericolo di vita della donna nel Lazio sono rimaste solo solo 7 persone per di più in procinto di andare in pensione.

Silvana Agatone, presidente della Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194/78 (Laiga) ricorda che in molti ospedali il servizio d’interruzione gravidanza e’ tenuto in piedi da un unico medico non obiettore «la cui vita non è semplice essendo di fatto circondato da persone che abusano del concetto di obiezione di coscienza. Fortunatamente questo non accade ovunque, ma nel Centro Sud Italia, nel Veneto e altrove il non obiettore e’ visto come colui che svolge un servizio sporco.» Il non obiettore, prosegue Silvana Agatone subisce un grande stress perché «il carico lavoro non e’ deciso da lui, ma ci sono ospedali che decidono di dare spazio a due posti a settimana per l’interruzione di gravidanza e questa non e’ una scelta del non obiettore.» La Laiga ha proposto di effettuare uno studio sulla reale richiesta di aborto sul territorio, «ma non c’e’ stata data la veste ufficiale, e come piccola associazione non possiamo chiedere dati che variano da regione a regione. Sappiamo pero’ che molte pazienti italiane hanno delle difficoltà quando vanno nei consultori a cercare il medico non obiettore per il certificato.» Devono quindi attendere che l’unico medico non obiettore venga al consultorio una volta la settimana, dove magari è tutto pieno e bisogna aspettare con il rischio che l’interessata ricorra a pratiche clandestine. Si tratta di un servizio che ha un carattere di urgenza, perché ci sono tempi da rispettare. Inoltre, per le malformazioni fetali la legge afferma che l’intervento va effettuato immediatamente. Ma immediatamente dove, si chiede la dottoressa Agatone «se nel Lazio le province di Frosinone, Viterbo, Rieti e Latina non hanno un medico che fa questo intervento per le malformazioni?».

Giuliano Longo

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