Nasce My Life Project, la prima App Sociale dedicata ai minori ospitati nelle comunità educative

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Si chiama My Life Project la prima App italiana pensata per il sociale e dedicata ai minori ospitati nelle comunità educative. Uno strumento che permetterà ai ragazzi di avere sullo smartphone tutta la propria documentazione, le scadenze, gli impegni e il percorso individuale compiuto,dai corsi di formazione ai tirocini di lavoro. Un “archivio” a disposizione sempre e in ogni luogo, anche una volta usciti dalle strutture di accoglienza.

Il progetto, sviluppato da Cooperativa Sociale Ethica, ente che si occupa di minori stranieri non accompagnati e realizzato con il  contributo della Regione Lazio attraverso il Pacchetto Famiglia, è stato presentato  in Sala Tirreno dall’assessore alle Politiche Sociali Rita Visini, e dal presidente di Cooperativa Sociale Ethica, Salvatore D’Angiò, insieme alla dirigente Integrazione e Tutela dei Minori del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Stefania Congia, alla responsabile del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione del Ministero dell’Interno, Maria Assunta Rosa, a Stefania Maselli per il Servizio Centrale  di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, e a Lluis Peris Cancio per l’Unità Operativa Minori Stranieri del Comune di Roma, con Danilo Grossi a moderare l’incontro.

La piattaforma digitale di My Life Project comprende l’App, disponibile su Google Play e App Store, e un sito web interfaccia, accessibile gratuitamente e a disposizione delle comunità educative di tutta Italia, su cui gli educatori delle strutture inseriscono i dati del minore e controllano quelli inseriti dal ragazzo stesso tramite l’App. My Life

Project.  Negli ultimi due anni, nelle due case famiglia gestite dalla Cooperativa Sociale Ethica a Cassino e Pontecorvo, l’80% dei minori ospitati ha seguito dei tirocini di formazione, al termine dei quali il 70% ha trovato lavoro. Ma cosa succede a questi ragazzi una volta maggiorenni e ormai fuori dalla rete di accoglienza? E qual è il loro percorso, quando non rientra nei casi gestiti dalle più significative Unità operative per minori? In prospettiva l’intento è quello di sviluppare il progetto e accompagnare i ragazzi anche oltre i 18 anni, quando del loro percorso, su cui fino ad allora si si perdono le tracce.

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