La candidatura di Pirozzi alla Regione agita i sonni della politica

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Sergio Pirozzi
Sergio Pirozzi

Il Tempo, quotidiano ormai di simpatie Meloniane più che di centro destra, oggi riportava un articolo dal seguente titolo “Da Giorgia alle primarie: il centrodestra sfoglia la margherita per le regionali”. Dove si formulavano ipotesi di candidature per le regionali del prossimo anno imminenti, anzi immanenti. E fra i papabili di un centro destra unito  alla poltrona di Zingaretti citava Giorgia «la leader di Fratelli d’Italia» che «viene considerata da più parti il candidato migliore» senza indicare da quali parti provenga tanto entusiasmo, sicuramente non da Forza Italia che qualcosa nel Lazio conta ancora. 

Tuttavia Giorgia se la dovrebbe vedere con la «questione Rampelli» suo storico mentore, che sulla sua candidatura non vorrebbe proprio mollare anche se ha scarse probabilità di successo.

A seguire il senatore Andrea Augello che potrebbe anche rimanere orfano del suo seggio alle prossime politiche «ma tirato in causa da più parti (sempre non meglio specificate ndr) per la sua esperienza amministrativa.» 

E infine il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi «sponsorizzato dalla stessa Meloni» anche se non ci risultano contatti ufficiali in tal senso. Mentre palese e pubblica sarebbe l’intenzione di Renzi per candidarlo alla Camera. Secondo quanto riportato dall’articolista il sogno di Giorgia sarebbe quello di far correre tutti questi cavalli alle primarie, vecchio sogno senza esiti  sostenuto a suo tempo anche dall’ininfluente Alemanno.  

Di Pirozzi e anche del corteggiamento di Renzi abbondano le cronache e la nostra sensazione è che il sindaco di Amatrice qualche ragionamento lo stia pur facendo. In fondo ormai si è costruito o gli hanno cucito addosso l’immagine mediatica dell’uomo del “fare” vicino alla gente, dinamico e volitivo.

Una sua discesa in campo, più o meno schierata, potrebbe dare qualche grattacapo al Pd, ai grillini e allo stesso centro destra, soprattutto se si candidasse con una lista civica tutta sua dove gli altri possano confluire senza tante pretese. Per quanto ne sappiamo Pirozzi post-ideologico (come si suol dire oggi) e allergico alle tradizionali etichette politiche per ora si barcamena, tirato per la giacchetta da destra e sinistra.  

Pensa ad Amatrice dove, come ha spesso lamentato, la lentezza delle procedure regionali ritarda la rimozione delle macerie. E pensare che a questo fine da mesi alla Cristoforo Colombo ci si avvale della consulenza di Daniele Fortini sbarcato in regione dall’Ama dopo essere stato fatto fuori dalla sindaca Raggi, allora culo e camicia con l’assessora Muraro  dimissionata perché indagata.

In fondo le recenti elezioni comunali hanno dimostrato, nel loro piccolo, che le liste civiche più o meno tirano. Figuriamoci alle Regionali dove chi vince anche con un voto in più ha diritto al premio di maggioranza in un unico turno che gli consente di governare.

Nè ci pare che il sindaco di Amatrice sia personaggio disponibile a farsi mettere in testa un cappello che non sia esclusivamente suo. Dicono che in merito alla sua candidatura già circolino misteriosi sondaggi che lo darebbero in buona posizione e comunque se Pirozzi dovesse candidarsi per la Regione, o per la Camera come gli ha proposto Renzi, dovrebbe sciogliere la riserva a breve. La campagna elettorale anche per il Lazio è già cominciata.

Giuliano Longo

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