Sarà anche per l’approssimarsi della campagna elettorale per le regionali del prossimo anno, fatto sta che Nicola Zingaretti si è stancato di veder additato il Lazio fra le regioni più scassate d’Italia. Soprattutto per la Sanità con il suo debito monstre progresso che pagheremo per 30 anni a botte di un miliardo e duecento milioni anno e che lascia ben poco spazio alle promesse elettorali. Ma lui è riuscito a riportare il bilancio in equilibrio e finalmente oggi si sta provvedendo alla assunzione di 1.700 dipendenti con l’equivalente per il prossimo anno.
Analoga linea è quella dei rifiuti che, in piena sintonia con le intenzioni della amministrazione Raggi, rappresentano una ‘risorsa’ e non un problema perché nella nostra regione la raccolta differenziata dal 2013 ad oggi è passata dal 18% al 41% con un investimento di 80 milioni da qui al 2019.
C’è da dire che la legge europea che blocca, con conseguenti penali milionarie, il conferimento in discarica dei rifiuti, oggi è pienamente operativa e la monnezza viene conferita nelle discariche laziali trattata e igienizzata. Salvo il Cdr che viene bruciato a Colleferro (Lazio Ambiente/Ama) e San Vittore (Acea).
Quindi se non c’è più conferimento del ’tal quale’ in discarica come avveniva per Malagrotta, restano i costi dell’umido che conta 300mila tonnellate annue di cui 200mila vengono trasferite in gran parte in impianti del Nord e dell’estero gravando sulla bolletta della Tari.
E qui starebbe la svolta green della regione Lazio che intende abbattere i costi di questi trasferimenti di monnezza bruciati e tradotti in energia in impianti di altre regioni, ma che potrebbero venir trattati e smaltiti in loco grazie a impianti, più o meno grandi (cosiddetti di ‘comunità’) che riducono l’umido in ‘compost’ con cui ci puoi fertilizzare aree verdi dei comuni e magari le piantine di casa.
Per queste ed altre ragioni rigorosamente ecologiche, l’assessore all’ambiente Buschini ha presentato stamane in Regione due bandi immediatamente operativi, che prevedono 36 milioni per l’acquisto di impianti per la produzione di compost di dimensioni varie, e 21,7 milioni per le ‘isole ecologiche’ che potranno anche venir modernizzate ove già esistono.
La tecnologia assolutamente inodore e priva di rischi ecologici, è stata presentata nel cortile della Regione dai tecnici della società del Nord che li produce e l’impianto più piccolo può servire 60 famiglie per qualche quintalata anno, salvo attendere la prima produzione del terriccio di ‘compost’ dopo 40 giorni per poi procedere a ciclo continuo.
Di questi macchinari il finanziamento della Regione a Roma Capitale sarà di 1.6 milioni mentre 2 milioni saranno destinati alle isole ecologiche.
Una goccia nel mare, se volete, rispetto agli investimenti in impianti (bruciatori compresi) che sono stati fatti in decenni da colossi quali A2A di Milano e Brescia o da Hera di Bologna, ma pur sempre qualcosa perché in fondo 57 milioni non sono bruscolini e i comuni ne hanno tanto bisogno.
Ma per capire come gira il fumo della svolta ‘green’ della regione Lazio, basti l’annuncio finale del governatore Zingaretti che per settembre sta pensando a un ‘revamping’ degli impianti esistenti in regione per il Trattamento Meccanico Biologico, compresi quelli privati.
Questi, secondo le intenzioni, dovrebbero smetterla di produrre a loro volta rifiuti come l’umido che poi deve venir smaltito fuori Roma, ma dovrebbero produrre ed affinare solo monnezza riciclabile.
Nell’attesa di questa svolta epocale resta da capire che fine farà il termovalorizzatore di Colleferro al cui ‘revamping’ (appunto) si oppongono gli amministratori locali della zona.