Terremoto centro Italia, è la giornata del ricordo

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Una giornata di ricordo, commemorazione e riflessione. A un anno dal terremoto che ha colpito il Centro Italia e anche il Lazio, le comunità dei Comuni colpiti si sono riunite in momenti di preghiera e raccoglimento per ricordare le vittime ed essere vicini alle rispettive famiglie. Le funzioni religiose, officiate dal vescovo di Rieti, Domenico Pompili, si sono tenute questa mattina ad Amatrice, nel pomeriggio a Cittareale e in serata ad Accumoli.

“Oggi è il giorno del ricordo, il momento per stringerci ai nostri concittadini e alle famiglie che stanno tornando qui dove sono nate e cresciute. Restituiremo nuova vita a questa terra, non è solo un impegno di governo, ma un impegno etico prima di tutto”, ha affermato il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che sta prendendo parte a tutte le celebrazioni religiose di questa giornata di commemorazione.

“Oggi tra Amatrice e Accumoli abbiamo consegnato oltre 500 case, entro fine mese saranno oltre 600, e intanto riprendono ad aprire le attività commerciali – ha aggiunto Zingaretti – La strada è ancora lunga ma la cosa importante è che una giornata drammatica come quella di oggi sia insieme la giornata del ricordo ma anche della voglia di non mollare, perché questo che tiene accesa la speranza”.

È stata una lunga notte, per Amatrice, quella del primo anniversario del sisma del 24 agosto. Una notte di silenzio e riflessione, di spiritualità e di memoria, scandita dal ricordo di 239 nomi, 239 storie, 239 rintocchi di campana. Alle 3.36 sono state le campane a fissare la memoria di chi non c’è più. Subito dopo è stato svelato il monumento realizzato dallo scultore Marino Di Prospero: un omaggio alle 239 vittime e alla storia di questi luoghi. ”La stele commemorativa -si legge in una nota del Comune di Amatrice- ci riporta ad una delle pagine più gloriose di Amatrice: il privilegio concesso alla Città dal Sovrano Ferdinando I d’Aragona nel 1486 di coniare moneta. Un premio per la fedeltà dimostrata al sovrano che racconta un’importante pagina di storia di questi luoghi”. ”Lo scultore ha rappresentato in un grande disco il famoso risvolto del cavallino insieme alla scritta ‘Fidelis Amatrix’ -si legge nella nota- Il Cavallo nella sua marcia vigorosa è un monito ad andare avanti, senza tentennamenti. “In questa grande piastra è simulata la frantumazione dell’enorme disco -ha detto l’autore Marino Di Prospero- causata dalla calamità, in un grande cretto di distruzione. Il simbolo delle numerose vite spezzate”. “Questi frantumi sono ricomposti a riformare il disco in tutte le sue parti, anche le più minute. Il segno delle ferite però rimane indelebile: le cicatrici mantengono il colore intenso e sanguigno della terra, la terra madre -ha continuato- Le cuciture sono una esortazione alla riaggregazione della comunità, per poter sperare nel futuro. Nella parte superiore però uno spicchio mancante: è un urlo di disperazione rivolto verso l’alto, perché non tutto potrà tornare come prima”

 

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