Chikungunya, sintomi e come si combatte nel Lazio

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La parola chikungunya deriva dal makonde, una lingua usata da un gruppo etnico nel sud-est della Tanzania e nel nord del Mozambico, e letteralmente significa “che piega” o “che contorce”. Il termine fu utilizzato per definire la malattia durante un’epidemia in Tanzania nei primi anni Cinquanta: un sintomo ricorrente sono i forti dolori alle articolazioni che ne limitano i movimenti, al punto da spingere i pazienti a restare immobili in scomode posizioni per compensare un minimo il dolore.

La Regione Lazio, responsabile della gestione della sanità, e le ASL interessate hanno avviato piani e provvedimenti per contenere la malattia ed evitare che si diffonda ulteriormente tra la popolazione, complice la relativa facilità della trasmissione dovuta alla presenza delle zanzare. Per ridurre i rischi, ieri è stato disposto il blocco delle donazioni di sangue presso la ASL 2 che ha la competenza sull’area sud-est di Roma, dove vivono circa 1,2 milioni di persone.

L’obiettivo e’ raccogliere 500 unita’ di sangue alla settimana per tutto il periodo dell’emergenza Chikungunya, da destinare alla capitale. Regione Emilia-Romagna, Avis e Fidas lanciano un appello ai donatori del territorio, chiedendo “un contributo straordinario” per far fronte a quanto sta accadendo in provincia di Roma: il centro regionale sangue del Lazio ha sospeso la raccolta come misura di prevenzione dell’infezione . “Chiediamo ai nostri donatori uno sforzo straordinario, certi che come sempre la risposta ci sara’ – dice l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. La nostra e’ una regione che ha nella solidarieta’ uno dei principi fondamentali. Il nostro sistema e’ forte, da sempre capace di garantire l’autosufficienza regionale e di fornire unita’ di sangue alle regioni che piu’ ne hanno bisogno. Questo e’ il momento di dimostrarlo”. In Emilia-Romagna sono 137.972 i donatori di sangue totali, quelli che donano periodicamente sono 126.518.

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