Bordate a Pirozzi da Forza Italia: lui è l’uomo di Salvini

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Secondo il portale di informazione Affaritaliani.it la candidatura di Sergio Pirozzi  alle Regionali del Lazio 2018  con il benestare di Berlusconi, Salvini e Meloni,  «sarebbe una balla colossale».

L’unico suo sostenitore sarebbe  solo il capo della Lega e siccome Pirozzi  non è all’altezza di governare la complessità di questa regione, anche se i sondaggi gli attribuiscono alte percentuali di consensi, la drittata del sindaco di Amatrice sarebbe quella di «tenere in vita la candidatura sino all’ultimo momento e poi fare un passo indietro e presentarsi come capolista della Lega alle Politiche e trainare almeno due-tre deputati col suo nome e con quell’impegno per il territorio che lo ha portato ad essere l’uomo da votare.»

Affaritaliani rivela poi che durante un paio di incontri nella villa di Macherio, «lo stesso Berlusconi avrebbe riconosciuto a Pirozzi, una capacità di trascinamento straordinaria di consensi, ma non avrebbe quelle caratteristiche atte a garantire come minimo una doppia legislatura regionale. E la sintesi starebbe tutta in un battuta che circola nel gruppo di Fi alla Camera: “Con Pirozzi si vince nel 2018 ma non si vince per due tornate consecutive”.»

Come se nel Lazio si sia mai verificato che qualche governatore, per una ragione o per l’altra, sia riuscito a fare il bis, escluso Zingaretti che dopo qualche tentennamento potrebbe riuscirci.

L’articolo evidentemente ispirato da autorevoli boiardi del centro destra, tende a liquidare la candidatura prima ancora che Pirozzi si sia pronunciato. Quanto a una sua candidatura parlamentare ci aveva già provato Renzi alcuni mesi fa. 

Sempre da sinistra si ventila anche l’ipotesi che se Pirozzi si candidasse con una sua lista autonoma potrebbe venire in aiuto a un Nicola Zingaretti vincente, se per la nuova legge elettorale regionale gli venisse a mancare la maggioranza in consiglio alla Pisana.  

Ipotesi che, sempre secondo i bene informati, gli potrebbe garantire addirittura una vice presidenza in contraddizione con le reiterate dichiarazioni del sindaco che rifiuta i giochini divisivi della politica politicante, contrario alle beghe politiche delle fazioni perché , come afferma spesso, di faccia “ci mette la sua”. 

Indubitabile è il feeling con Matteo Salvini che alla presentazione del suo libro “la scossa dello scarpone” dinanzi ai giornalisti gli fece un plateale endorsement per la candidatura alla Regione. 

Resta il fatto che  al fuoco di sbarramento dei maggiorenti di Forza Italia, da Gasparri, a Fazzone, sino ai più locali come il ciociaro Abruzzese ecc. (nel voluto silenzio di Giorgia Meloni)  non ha ancora prodotto una figura autorevole di una coalizione ancora tutta  da mettere in piedi.

D’altra parte il ritiro nel sindaco là fra i suoi monti,  farebbe comodo a tutti, ma lo scenario cambierebbe   se davvero Pirozzi corresse da solo (e senza i lupi) con una sua lista facendo un favore a Nicola penalizzando il centro destra e senza scalfire la grillina Lombardi che già sta correndo da sola.  

Appare quindi chiaro che i retroscena pubblicati in questi giorni anche dal Messaggero, corrispondono più ai desideri che alla realtà di un sindaco che  in questi 14 mesi si è costruita l’immagine di allenatore tutto d’un pezzo che le canta a tutti come vuole.

Non è detto che il detto e non detto, il vorrei ma vedremo ecc del sindaco sia subordinato  all’esito delle elezioni siciliane dove la trinità, (Berlusconi/Meloni/Salvini) si è presentata nelle piazze della Trinacria in ordine sparso, salvo riunirsi per ‘l’ultima cena’  a mezzanotte.

Se poi dovesse vincere il destro Musumeci  resta il dubbio di chi guiderà la danza per le prossime elezioni politiche, figuriamoci per le regionali del Lazio….

Giuliano Longo

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