Sarà interessante comprendere le motivazioni che hanno indotto il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ad impegnarsi nelle elezioni regionali del Lazio del prossimo anno con la sua lista civica dello ‘scarpone’. Per questa ragione ha indetto una conferenza stampa domani alle ore 12 presso l’Sgm Conference Center di via Portuense 741.
Al momento la sua autocandidatura ha suscitato confusione nel centro destra che vede, anche grazie a molti media locali, i boiardi di Forza Italia schierati contro una forzatura inaccettabile da parte di un personaggio per giunta inadeguato. Tanto che anche Berlusconi che dice di non conoscere personalmente Pirozzi, ha posto il suo veto sia pure più sfumato e meno aggressivo.
Mentre i Forzitalioti sono alla ricerca della personalità ‘di alto profilo’ che ancora non si intravede, freddissima è anche la reazione dei Fratelli D’Italia (dalle cui fila proviene storicamente il sindaco di Amatrice) per di più convinti che il candidato governatore non lo debba sceglier FI, ma loro che, almeno a Roma, hanno un radicamento su territorio più consistente.
Gli unici sino ad oggi ad aver espresso il sostegno a Pirozzi sono il governatore della Liguria Toti e Matteo Salvini che con un comunicato di ieri tende comunque ad abbassare i toni della polemica. Il problema vero è che dopo l’affermazione in Sicilia dell’ex Aennino Musumeci i sondaggi assegnano una vittoria di stretta misura anche nel Lazio dove la grillina Lombardi e il governatore Zingaretti hanno confermatola loro candidatura da tempo.
Un margine di vantaggio che a destra potrebbe venir eroso proprio dalla lista civica del sindaco di Amatrice che un po’ di voti li porterebbe via anche ai 5 stelle che potrebbero conquistare Ostia al ballottaggio dopo il caso del pestaggio Spada che il MoVimento ha cavalcato alla grande.
Se Pirozzi ha sempre dichiarato di non voler essere ‘divisivo’ con i partiti della destra, resta il fatto che nei suoi confronti è esplosa una dichiarata ostilità dopo che ha avuto l’ardire di lanciare la lista delle ‘scarpone’ che ha preso di contropiede un po tutti.
Le ragioni di questa ostilità stanno probabilmente nel carattere decisionista di Pirozzi il quale, pur valorizzando la politica come momento alto di responsabilità, non pare incline alle defatiganti mediazioni soprattutto nella spartizione di cadreghe e benefici.
Dalle sponde grilline che nella condanna al sindaco di Enrico Mentena hanno trovato sponda mediatica, non si è esitato ad accusare Pirozzi di sciacallaggio per aver approfittato della tragedia di Amatrice.
A sinistra il fumo gira diversamente, infatti dopo gli iniziali i toni simili del capogruppo del Pd alla Pisana Massimiliano Valeriani, si viaggia con grande cautela anche per quel rapporto di reciproca stima fra Nicola e Sergio che sino ad oggi hanno evitato toni di esasperazione elettorale.
Gli uomini Zingaretti e lo stesso Governatore sono infatti convinti che la lista dello “scarpone” potrebbe portare in Consiglio un gruppo di eletti, un domani ago della bilancia se a una sinistra vittoriosa venisse a mancare la maggioranza alla Pisana dopo l’approvazione della nuova legge elettorale regionale.
Insomma il Pirozzi con i sondaggi che lo quotano fra il 12% e il 18% dei consensi potrebbe sparigliare le carte in tavola..
Un bel suicidio del centro destra tipo quello delle Comunali a Roma farebbe davvero comodo agli altri due competitor, con la differenza che oggi Salvini a livello nazionale, punto più punto meno, conta quanto Forza Italia nei sondaggi.
Resta da vedere se anche nel Lazio dopo la Sicilia si troverà la ‘quadra’ con il rischio che Berlusconi punti i piedi e rivendichi il suo primato a costo di scegliere quale candidato alle regionali il suo cagnolino Dudù.
Giuliano Longo