Rai, una Eleonora Daniele da 10 e… basta

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L’ambizione è legittima, ma non saper cogliere i propri limiti è deleterio per l’auditel.

È il caso di Eleonora Daniele che si è conquistata una posizione consolidata nella tv del mattino con un contenitore, Storie Italiane, che attualizza il concetto di commedia dell’arte e di compagnia di giro. Il pubblico di quella fascia del mattino non è lo stesso che segue Unomattina, non è interessato alle notizie, ma è attratto da un certo grado di morbosità e di retorica e su questo la Daniele, bisogna riconoscerlo, è diventata brava a sollecitare determinate corde. Si indigna, urla, porta avanti battaglie civili, solletica la pancia reazionaria del paese e ama indignarsi a comando.

Ci si chiede a questo punto quale molla le sia scattata nel chiedere insistentemente anche il sabato perché non osiamo credere che la Rai le abbia chiesto di coprire anche il sesto giorno consecutivo. Queste sono forme di autolesionismo tipiche dei personaggi dello spettacolo, convinti che l’affetto della signora incontrata per strada, del benzinaio, della commessa, sia un campione rappresentativo della società, una cosa che ha il rigore scientifico delle decisioni di Di Battista per intendersi.

Ma se l’ambizione è legittima chi le ha concesso di mettere in piedi “Sabato italiano, storie & show”, sì si chiama proprio così, o è stato preso per sfinimento o non ha a cuore le sorti del sabato pomeriggio. Sei giorni su sette non li reggerebbe neanche Fiorello, figurarsi Eleonora Daniele. Aggiungiamo poi che di sabato la bionda conduttrice vuole dimostrare di avere doti di entertainer che, non ce ne voglia, non ha e non ha mai avuto. Sarà l’algida bellezza padovana ma sembra sempre che quando prova a ridere lo faccia sotto sforzo e poi l’entusiasmo per quanto (poco) accade in studio rende il tutto ancora più posticcio. Ma forse non è tutta colpa di Eleonora Daniele perché sulla scelta di autori blasonati come Marco Luci, Filippo Mauceri e Federico Moccia c’è di sicuro lo zampino dell’agente della Daniele, il Presta-nte Lucio che blinda la sua assistita con due dei tre autori con la firma in testa. Che poi cotanti autori portino idee brillanti come la confessione allo specchio o l’arrivo in trasmissione con macchine d’epoca questo è un altro paio di maniche.

Roba da far accapponare la pelle persino a Michele Guardì che non usa trovate del genere dal ’98. La confessione allo specchio spacciata come momento emozionale ha il solo pregio quello di essere portatore di una comicità involontaria di un certo livello. Ma questa è una lettura alta del programma. Eleonora ci crede, chi ha pensato questa cosa ci crede, gli unici a non crederci sono gli spettatori che sembrano non apprezzare la teatralità, le pause, i facili entusiasmi e Sabato dopo Sabato le regalano un 10% di share e un confronto impietoso con Canale 5. Ma in questa Rai che riesce a dire che “Vita in diretta” è un successo e che mescola le carte per nascondere il flop clamoroso di Fazio in termini di costi-benefici “Sabato italiano” si colloca come l’ennesimo successo del sabato pomeriggio. Evidentemente da qualche parte, in una galassia lontana lontana, è così.

Tv Bob