Dietrofront del sindaco Pascucci sull’AEC

Il capogruppo del PD Juri Marini senza veli sul terremoto politico di un’emergenza fantasma

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alessio pascucci cerveteri

La brutta storia del taglio dei fondi comunali all’Assistenza Educativa Culturale (Aec) ha provocato un vero e proprio scompiglio politico. Il sindaco Pascucci e l’assessore alle politiche sociali Cennerilli hanno offerto una avvilente rappresentazione, nascondendosi dietro il collaudato sistema dello scarica barile. Un giorno è colpa del Governo, un giorno della Regione, un altro ancora la responsabilità è del Ministero. Di questo passo, il rischio è che qualcuno finisca per addossare la colpa agli studenti disabili, le sole vittime di un disservizio che il comune non poteva e non doveva permettersi. Non solo per la doverosa attenzione e sensibilità che merita un argomento del genere, ma perché sono i nostri princìpi costituzionali a stabilire che il diritto allo studio dei non è negoziabile, né comprimibile. Finiti gli alibi, smontati dai numeri, dai fatti e dalle smentite degli enti chiamati in causa, pare che finalmente la Giunta abbia deciso di mettere mano al bilancio, per ripristinare quanto sconsideratamente tolto ad inizio anno. Troveranno quindi le somme necessarie per recuperare i livelli dell’anno scorso, forse anche grazie al rischio di ricorsi al Tribunale amministrativo, e tutti gli scolari, anche quelli che hanno bisogno di un aiuto in più, vedranno finalmente ripristinato il loro sacrosanto diritto allo studio. Ora, la domanda è la seguente: per quali ragioni è nata questa emergenza, dal momento che le esigenze del servizio erano già iscritte al bilancio degli anni passati, per nulla cessate, se non forse aumentate, e comunque ampiamente prevedibili da un’amministrazione giunta ‘trionfalmente’ al secondo mandato? Altrettanto importante sarebbe riuscire a capire il motivo per il quale, quando le risorse sono scarse, anche se a governare sono politici ascrivibili in qualche modo alla sinistra attenta al ‘sociale’, a pagare per primi siano proprio i più deboli, quelli che dovrebbero costituire l’essenza dell’azione di cotanti amministratori. Oggi ne parliamo con Juri Marini, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, che recentemente ha presentato una mozione, per impegnare il sindaco e la giunta a recuperare le somme necessarie a garantire il servizio AEC.

Sei stato il primo ad affrontare il problema della riduzione delle risorse sui servizi sociali, con una polemica su alcuni fondi recuperati dalla Giunta e spostati sugli eventi culturali. Quella era solo una premessa all’esplosione della ‘bomba sociale’ Aec?

Pochi avrebbero ricordato quell’episodio. In fase di assestamento di bilancio l’assessore Zito aveva fatto presente delle notevoli difficoltà a coprire tutte le esigenze dei vari servizi. In particolare mi aveva colpito il buco di circa 250 mila euro sui servizi sociali. Più avanti però la Giunta aveva approvato una serie di variazioni di bilancio con cui aveva spostato delle somme, non grandissime a dire il vero, su una serie di feste ed eventi culturali. In quell’occasione ho manifestato il mio dissenso, argomentando che, di fronte ad una voragine sui servizi sociali come quella denunciata dalla stessa amministrazione, non si poteva sprecare nemmeno un euro e tutto quanto si poteva recuperare andava messo lì, a coprire quel buco. Ovvio che la cultura è importante e che lo sono pure le sagre di paese. Però di fronte a problemi sociali più gravi un sindaco che si dichiara di sinistra non dovrebbe avere dubbi.

Al tempo però non si conoscevano bene i dettagli di quel buco in bilancio e nessuno aveva ancora capito che la gran parte di quelle risorse erano state tolte al servizio Aec.

Esatto. I dettagli sono emersi dopo, quando i nodi sono venuti al pettine, ossia quando sono finiti i soldi per garantire le ore al servizio di Aec. Una vicenda davvero assurda e ingiustificabile. Dagli approfondimenti fatti presso gli uffici è emerso che negli anni precedenti lo stanziamento era di 600 mila euro. Poi lo scorso anno fu ridotto a 490 mila e per l’annualità 2017/2018 lo hanno portato addirittura a soli 230 mila euro. Una somma ridicola e ovviamente insufficiente.

Per quale motivo l’Amministrazione ha scelto di penalizzare in modo drastico un servizio tanto delicato quanto indispensabile?

E’ una domanda che bisognerebbe rivolgere al sindaco. Leggo in rete una moltitudine di congetture. C’è chi ipotizza marchette elettorali che avrebbero impedito di tagliare altre voci di bilancio. Altri arrivano a sospettare che il problema sarebbe stato creato volutamente, per poi risolverlo e passare da eroi. A me francamente sembrano delle esagerazioni. Più banalmente, immagino che per un eccesso di superficialità non abbiano capito subito che questo servizio è obbligatorio e non può essere ridimensionato per ragioni di bilancio.

Eppure il Sindaco ha cercato in tutti i modi di cavalcare il malcontento dei genitori e non ha mai smesso di riversare le responsabilità sugli Enti sovracomunali. Dove sta davvero la responsabilità di quanto è successo?

A mio parere il sindaco l’ha gestita male, spesso con azioni e dichiarazioni avventate e di scarsa sensibilità. Tutte le scuse che ha tirato in ballo si sono dimostrate prive di fondamento. Non c’entrano i trasferimenti dello Stato, perché con una piccola ricerca su internet si può verificare che negli ultimi due anni, ossia quando si sono registrati i tagli all’Aec, quei trasferimenti sono addirittura aumentati. Di pochissimo, ma sono aumentati. Non c’entra nemmeno la Regione che ha smentito le proprie responsabilità con una nota a mezzo stampa molto netta e molto chiara. L’unica vera responsabilità, quindi, è di chi ha predisposto e approvato un bilancio in cui sono stati cancellati i fondi necessari per il funzionamento minimo di un servizio obbligatorio e incomprimibile.

A quanto pare, a breve troveranno i fondi necessari per riportare il servizio al livello dello scorso anno. Che ruolo ha giocato la tua mozione in questo dietro-front della Giunta?

Il Pd ha una tradizione di grande sensibilità e attenzione sui temi legati alla disabilità e più in generale dei diritti dei più deboli. Mentre altri speculavano sulla vicenda secondo le solite logiche populiste, noi abbiamo ritenuto di agire con azioni concrete, seguendo le vie istituzionali. Probabilmente anche la nostra mozione ha avuto un suo peso, per quanto modesto, nell’indurre il Pascucci a fare marcia indietro e a trovare quelle risorse che prima diceva non ci fossero. Ma penso che un ruolo ben più importante lo abbiano giocato quei giornalisti, a partire da lei Direttore, che hanno avuto la pazienza e il coraggio di seguire con più attenzione la tematica e che hanno contribuito a smontare gli alibi della Giunta Pascucci inchiodandola alle sue responsabilità.

Tutto bene quel che finisce bene dunque?

Diciamo di sì, anche se dispiace per tutte le accuse infondate che Pascucci e alcuni dei suoi seguaci, sempre più realisti del re, hanno rivolto a destra e a manca nel tentativo, a volte anche goffo, di giustificare questo brutto scivolone. Smontati tutti gli alibi, adesso pare siano pronti a trovare le somme necessarie per garantire il servizio. Bene. Per quanto mi riguarda sono pronto a garantire il mio voto per ratificare in Consiglio la variazione che proporrà la Giunta. Non ho alcuna intenzione di speculare politicamente sulla vicenda. A me e al Pd interessa solo che il servizio torni ad essere erogato in modo regolare per tutti quei bambini che ne hanno bisogno. E’ un loro diritto. Niente di più, niente di meno.

Non si può che dare ragione, anche con un certo orgoglio, al capogruppo del Pd Juri Marini, quando afferma che il sindaco ha fatto marcia indietro, anche per il ruolo svolto dalla stampa. In passato è accaduto spesso che i giornalisti, o comunque molti di loro, abbiano fatto denunce e tenuto i fari accesi su molte questioni, così come è accaduto in questi giorni con l’AEC, ma, dinanzi ai banchi dell’opposizione politica miseramente vuoti, nessuno si sia mai sentito costretto a dar seguito all’impegno quotidiano e fattivo, di coloro che hanno interpretato il ruolo di ‘sentinelle critiche’ sul territorio. Ora che la democrazia è tornata al Granarone, sotto forma di opposizione credibile, preparata ed oltretutto bipartisan, le forze critiche nei confronti della maggioranza, dentro e fuori il palazzo, hanno dato una mano a correggere un odioso errore. E non va male neanche per chi questo errore comunque correggerà. È legittimo, a questo punto, attendersi che tutte le opposizioni saranno pronte a votare in aula, in favore della battaglia combattuta per garantire anche a Cerveteri il diritto allo studio, soprattutto per i bambini un po’ più speciali degli altri.

di Alberto Sava

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