Elezioni regionali, la stroncatura di Pirozzi e le amnesie dell’onorevole Rampelli

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Il bollettino meteorologico della campagna elettorale per le regionali segnala per il weekend consistenti movimenti di masse d’aria in tutto il Lazio. 

A cominciare da Nicola Zingaretti che domani alla ex dogana di San Lorenzo presenta il suo comitato elettorale com’è consuetudine dal 2008 quando conquistò la presidenza della Provincia mentre Alemanno in Campidoglio festeggiava la sua vittoria con tanto di eja eja alalà.

La pimpante grillina Roberta  Lombardi nello stesso giorno va invece all’ospedale di Viterbo di lì a Montefiascone per raggiungere infine Rocca di Papa.

Pirozzi prosegue la sua visita pastorale alle famiglie delle periferie, questa volta  a Primavalle, salvo presentare anche il suo libro ‘La scossa dello scarpone’ a Civitavecchia dove peraltro c’è già stato il vice governatore Smeriglio qualche tempo fa per presentare il suo romanzo. Potenza della letteratura! 

Del candidato del centro destra, dopo la stroncatura di Pirozzi da parte  del fratello d’Italia on. Fabio  Rampelli, ancora nessuna news. Tuttavia abbiamo appreso dal quotidiano locale Latina oggi che fra le candidature  «attualmente in piedi c’è ancora il senatore pontino Claudio Fazzone» (detto anche a Roma Fazzonnechi? ndr) il quale potrebbe giocarsela  con Francesco Giro.» 

L’informatissimo quotidiano, evidentemente non ispirato, ci fa anche sapere che «tra oggi e domani dovrebbe esserci un incontro proprio per fare il punto sulle candidature alle elezioni regionali del prossimo anno.»  

Ah, meno male. Finalmente un chiarimento, presumiamo, tutto di marca pontino ciociara.

Il che è buono e giusto se non fosse che nella sua intervista al Foglio Rampelli proponeva nomi di ben altra levatura. Ad esempio quello dell’ex camerata, oggi Vice Presidente del Senato, Maurizio Gasparri, noto per le sue battute fulminanti e per la simpatia di popolo che ispira anche a destra.

Tuttavia Rampelli afferma anche che non vedrebbe male la candidatura di Paolo Liguori, direttore di TgCom24. «Pirozzi o Liguori? Meglio Liguori, senza dubbio» dichiara apodittico nella suddetta intervista.

Ora va anche detto che Rampelli non è solo un autorevole esponente dei FdI, ma anche  uno degli artefici della vittoria di Alemanno con quella sua formazione dei “Gabbiani” confluita nel partitito di Giorgia della cui carriera politica l’onorevole è stato il mentore.

La sede del laboratorio politico dei Gabbiani (oggi confluiti, anzi, il nerbo dei FdI a Roma) era presso la storica sede in via delle Terme di Traiano a Colle Oppio da cui la Raggi li ha recentemente sfrattati per morosità, suscitando la sdegnata  reazione di tutta la destra romana capeggiata dal quotidiano Il Tempo.  Sdegno  quantomeno pari a quello della sinistra  per lo sfratto della “casa delle donne” sede storica del femminismo capitolino. Problema in via di soluzione. 

Il fatto è che le  parole di Rampelli sono piombate  come pietre sulla testa di Pirozzi che, si dice, si sia piuttosto incazzato, anche se sul sostegno di Rampelli è da mesi che non ci conta. Per ora gli basta quello di Salvini che a livello nazionale dai sondaggi conta quanto Berlusconi.  

Tuttavia l’ostilità dell’architetto Rampelli nei confronti dello “scarponaro” di Amatrice non è una novità e inoltre  Fabio non è nuovo alle stroncature.

Fu lui a segare la candidatura unitaria di Alfio Marchini, proposto da Berlusconi per il centro destra alle comunali di Roma dove la sua pupilla Giorgia non arrivò al ballottaggio con la Raggi.

Allora, in toni un po fascistoidi, dichiarò «vogliono consegnare il centrodestra a un tal Marxini (ah,ah ah ndr), comunista paraculo di famiglia comunista, oggi faccendiere e alfiere della grande finanza.»

Insomma roba forte e spietata solo che anche l’entusiasmo per Liguori potrebbe suscitare   qualche perplessità.

Perché, vedete, il giornalista fulminato sulla via di Mediaset da Berlusconi, nei primi anni ’70 entrò, con il nome di battaglia di “Straccio”, nei movimenti extraparlamentari di sinistra che allora se ne davano, anche a pistolettate, di santa ragione con i fascisti. Salvo poi entrare nel gruppo di Lotta Continua per lavorare dal  1978 al 1980 come giornalista al quotidiano del movimento Lotta Continua, che non era certo il giornaletto della parrocchietta.  

Insomma, il passato è passato e di “comunisti paraculi”  ne abbiamo visti passare tanti sino ai giorni nostri, solo che l’on. Rampelli, che di “comunisti” ne ha sempre visti dappertutto, soffre ogni tanto  di qualche amnesia….ma non è grave perché in politica la memoria storica arriva a malapena all’anno prima. 

Giuliano Longo

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