Intervista a Nicola Zingaretti. “L’uscita dal commissariamento della sanità un risultato storico”

Il Consiglio dei Ministri a dicembre ha sancito l'uscita dal commissariamento nella gestione della sanità del Lazio che durava dal lontano 2008. La Regione Lazio come ha raggiunto questo obiettivo?

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Per il Lazio è stato un risultato storico. Dopo 10 anni di commissariamento la nostra regione esce da una lunga fase di sacrifici e disagi. La necessità prioritaria di riportare ordine nei conti, a fronte di un disavanzo mostruoso, ha comportato infatti tagli che hanno penalizzato soprattutto le zone più periferiche della regione, hanno mortificato la grande risorsa del personale sanitario e hanno eroso i servizi ai cittadini. La decisione del Consiglio dei Ministri è quindi importante, soprattutto per i fattori che la hanno determinata. Il disavanzo finanziario, che quando cominciò il commissariamento viaggiava sui due miliardi l’anno, è ridotto a 58 milioni di euro e va verso l’azzeramento. Nel frattempo, cresce anche la qualità delle cure: i Lea, i livelli essenziali di assistenza, e cioè quei servizi essenziali di cura che le Regioni devono garantire ai cittadini, passano da una situazione di inadeguatezza nel 2013, quando eravamo a 152 punti, fino a 178 punti nel 2016. Tutto ciò è stato possibile grazie a una profonda riorganizzazione della sanità e al superamento della logica dei tagli. Abbiamo programmato, aggredito gli sprechi, rimesso a posto alcuni disastri del passato: a dicembre la Regione Lazio è tornata in possesso di 16 ospedali pubblici venduti con una cartolarizzazione nel 2002, un’operazione che porterà risparmi per circa 184 milioni.

E  cosa è stato fatto per il personale?

Uno degli effetti più importanti del risanamento della sanità è il superamento del blocco delle assunzioni. Quando siamo arrivati, a causa del commissariamento, ogni 100 operatori che fuoriuscivano dalla sanità ne potevamo immettere solo 10. Dall’inizio del commissariamento avevamo perso oltre 9.000 unità di personale. Anche per questo, il sistema si reggeva su un utilizzo abnorme del precariato oltre che sulla generosità di tanti medici e infermieri. Noi abbiamo iniziato a invertire la rotta. Mettere a posto i conti ha significato poter finalmente dare il via a una nuova stagione di certezze per il personale e di assunzioni, vera e propria linfa per gli ospedali del Lazio. Oltre 700 unità di personale sono state assunte nel 2007. Fino al 2018 saranno inseriti nei ranghi della sanità 3.500 medici, infermieri e tecnici. Abbiamo messo in piedi la più grande stabilizzazione attraverso concorsi della storia della sanità del Lazio: alla fine del 2017 sono stati stabilizzati i primi 1.000 precari distribuiti in tutte le province del Lazio. Professionisti che attendevano da anni di avere un contratto a tempo indeterminato: una svolta per le loro vite e per quelle delle loro famiglie, ma anche per le persone, perché il personale è il fattore indispensabile per far funzionare bene ospedali e strutture sanitarie.

Con quale prospettiva possiamo guardare al futuro della sanità del Lazio?

Noi siamo persone serie. Siamo consapevoli del percorso fatto, ma sappiamo anche che tanti aspetti della nostra sanità devono essere ancora migliorati. Abbiamo cominciato in questi anni a edificare una “sanità di prossimità”, più vicina alle esigenze dei cittadini grazie per esempio a strutture come le 16 Case della Salute o i 29 Ambulatori aperti anche nei week-end e nei giorni festivi e, per la prima volta dal 2017, nelle festività di Natale, Capodanno e della Befana, con la sperimentazione a Roma anche del servizio pediatrico. Una rivoluzione che ha avuto grandissimo successo tra i cittadini, soprattutto gli anziani. È una rete giovane gestita dai medici di medicina generale e infermieri ed è un’innovazione fortissima, presente in tutti i Municipi della Capitale e in tutti i capoluoghi di provincia. Uno dei grandi obiettivi dei prossimi anni sarà proprio il potenziamento dei servizi di prossimità, garantendo a tutti i cittadini del Lazio un’assistenza primaria h 24, 7 giorni su 7, grazie alla rete dei servizi sanitari territoriali (studi medici, Unità di Cure Primarie, Ambulatori di Cure Primarie e Continuità Assistenziale) e grazie alla collaborazione dei diversi attori, a partire dai medici di medicina generale. Accanto a questa rete di prossimità, dovremo portare a compimento la completa ristrutturazione delle strutture ospedaliere del Lazio e l’acquisto di nuovi macchinari: abbiamo 720 milioni di euro a diposizione e la possibilità di effettuare il più grande intervento di edilizia sanitaria e di modernizzazione delle cure mai visto da 30 anni nella nostra regione. Servizi più vicini e ospedali di eccellenza per i casi più complessi È una grande sfida che siamo pronti ad affrontare.

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