Nonostante il fuoco amico da destra, lui Sergio Pirozzi tira dritto sulla sua candidatura alla presidenza del Lazio. Anzi, rilancia. Ieri il Tempo ripreso da Libero della stessa catena editoriale dell’imprenditore della sanità Angelucci, titolava a piena pagina “Zingarozzi” ipotizzando un occulto patto con il governatore Nicola Zingaretti suffragato dal sostegno finanziario e organizzativo di alcuni imprenditori che conoscono all’attuale governatore.
Una ricostruzione a dir poco fantasiosa, ma sufficientemente screditare la candidatura del sindaco di Amatrice che sino ad oggi aveva avuto ampio spazio su una testata, quale il Tempo, da sempre molto vicina a Giorgia Meloni.
Il caso (si fa per dire) vuole che sempre nella mattinata di ieri Silvio Berlusconi dichiarasse che la candidatura del senatore Maurizio Gasparri era praticamente già decisa da Forza Italia, che tuttavia bisognava levarsi dai piedi Pirozzi per non rischiare di perdere nel Lazio anche con qualche conseguenza sulle contemporanee elezioni politiche.
Di qui una serie di retroscena, o meglio, probabili offerte di soluzioni alternative per levarselo dai torno quali la vice presidenza della Regione, in ticket con Gasparri, l’assegnazione di un collegio sicuro al senato o ancora un ruolo di governo in vista della ‘certa’ vittoria del centro destra a livello nazionale.
Una soluzione o via di uscita, suffragata da sondaggi, da fonte non meglio precisata che darebbero il sindaco di Amatrice al 3/4%, percentuale che nemmeno consentirebbe alla sua lista di entrare alla Pisana, ma che tuttavia potrebbe determinare la sconfitta di Gasparri. Ovviamente la stima degli uomini e donne del comitato dello Scarpone, già al lavoro da almeno 3 mesi, parlano invece di percentuali a due cifre. In ogni caso fatta pure una stima media, risulta quanto basta a far sbattere conto un muro il centro destra favorendola vittoria non solo di Zingaretti, ma anche della grillina Roberta Lombardi. Con una sorta di Lombardozzi che i giornali ‘amici’ (si fa sempre si per dire) si guardano bene dal menzionare.
Chiusa la partita in Lombardia con la candidatura del leghista Fontana dopo il gran rifiuto di Maroni, il Lazio resta la spina del fianco del Cavaliere cui spetta la candidatura dopo aver ceduto il passo al fratello d’Italia Musumeci per la Sicilia.
Quanto a Salvini che non ha mai nascosto le sue simpatie per Pirozzi, sempre i giornali amici scrivono che ormai lo ha mollato al suo destino di candidato marginale. Il risultato di questa campagna è che l’uomo dello scarpone riprende, almeno per ora, a dilagare sui media.
Effetto probabilmente non desiderato dall’ex Cavaliere che i sondaggi veri li compulsa quotidianamente e i Pirozzi legge qualcosina di più di quelle percentuali da poveraccio che da destra gli si vuole attribuire.
Evidentemente questo fuoco di sbarramento non sembra intimorire Pirozzi che, come dicevamo all’inizio, non solo prosegue per la sua strada, ma addirittura rilancia, tanto che stamane il Messaggero scrive di una sua iniziativa pubblica che mercoledì prossimo dovrebbe svolgersi al Pala Atlantico dove dovrebbero confluire i sostenitori dei suoi circa 400 comitali elettorali da tempo funzionanti sui territori.
L’obiettivo, che appare come una prova di forza, è quello di superare l’affluenza delle 2.000 persone che affollarono la sala delle Fontane all’Eur per la presentazione del suo libro.
I bene informati ci fanno sapere che oggi Berlusconi dovrebbe essere a Roma per districare il nodo delle regionali del Lazio, ma al momento non è chiaro come sarà possibile dipanare la matassa a meno che, obtorto collo, il cento destra non decida di sostenere il sindaco dello scarpone. Allora Zingarozzi, Lombardozzi potrebbe per magia trasmutarsi in Tajanozzi o addirittura Berlusconozzi.
Giuliano Longo