Intervista a Sergio Pirozzi, l’esperienza dello “Scarpone” non finisce il 4 marzo

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In una recente intervista Stefano Parisi, candidato di Forza Italia, safferma che  con la sua candidatura lei sta facendo il gioco di Zingaretti.

E’ evidente che qui c’è di mezzo il patto del Nazzareno (Pd Forza Italia, ndr) perché trovare un candidato a 36 giorni dalle elezioni penso sia un suicidio politico. Se avessero indicato il signor Parisi due mesi fa avrebbe avuto un senso, invece credo si siano concentrati sulle elezioni politiche trascurando gli enti di prossimità, comuni e regioni che sono poi quelli che incidono sulla vita dei cittadini. Quindi Parisi faccia la sua campagna elettorale senza fare gaffe come quella afferma di voler abolire l’addizionale Irpef comunale, lui che non la  paga essendo residente a Milano. Si accontenti di aver portato due sui amici in parlamento. Per il resto penso che in alternativa a Zingaretti ci siano solo la mia candidatura e quella di di Roberta Lombardi dei 5stelle.

Scusi, ma tutti i sondaggi danno vincente Zingaretti.

R. Quali sondaggi? Direttore, finiamola con la storia dei sondaggi, dipendono da chi vengono commissionati. Io le dico che ad oggi è una partita aperta e nessuno ha ancora i numeri per governare.

Fra le critiche che le vengono rivolte….

 Da chi?

Dagli avversari . Ad esempio ricordo quelle di Rampelli (Fratelli d’Itala) e di Giro (Forza Italia) che la accusavano di essere troppo provinciale  e di non avere una idea della complessità del governo di una regione…

E allora perché mi hanno proposto addirittura di fare il sottosegretario  in un eventuale governo di centro destra? Un come me che si è confrontato con Renzi, Gentiloni e importanti personalità internazionali  le sembra un incompetente?  

I suoi avversari dicono che la sua visibilità  mediatica le deriva solo dai lutti di Amatrice.

Se la volevo sfruttare avrei accettato un  tranquillo seggio parlamentare per il quale molti si sono ammazzati per un posto dove si produce ben poco.  Io invece ho ritenuto che l’unico modo per incidere sulla qualità della vita dei cittadini, anche delle aree colpite dal terremoto,  fosse questa mia candidatura . E le ricordo che i tempi e i modi per rimuovere le macerie di tutte e zone colpite  sono di competenza delle Regioni, così come le decisioni sulla ricostruzione. Chi siede con il commissario del Governo se non i presidenti delle Regioni? 

Questo non toglie che lei non è riuscito a diventare il candidato del centro destra.

E allora? Mi spiega come  come posso far per perdere quella coalizione visto che secondo loro io prenderò quattro voti? Le leggo una mail che mi è arrivata da Brescia dove si svolgeranno le prossime Comunali. Un amministratore  mi scrive che dopo il 4 marzo mi vuole incontrare per fare una lista civica Pirozzi. Capisce allora che con me è partita un’onda? 

Una delle critiche che le rivolgono è quella che lei ha una visione ristretta e localistica. Ad esempio Zingaretti affermava che lo slogan “il sindaco del Lazio” è riduttivo e superato di fronte alle sfide della globalizzazione.

Essere sindaco del Lazio significa battersi per le proprie identità. Questo vuol dire ad esempio discutere del debito che si ha con lo Stato perché fare il sindaco significa intervenire sulla qualità della vita dei cittadini. Fare il sindaco oggi è una missione e quelli che fanno i presidenti di regione sono ben  pochi ad avelo fatto, al di là  degli schieramenti politici. 

Tuttavia lo sviluppo dell’umanità passa proprio dalle megalopoli e dai grandi centri urbani. Quindi rispetto a Roma e alle sue enormi periferie come si propone?

Le periferie sono dimenticate come i piccoli comuni. Le faccio l’esempio sulla sicurezza che è quello  della pubblica illuminazione. Bene, in questo caso c’erano bandi della Regione Lazio che venivano proposti in maniera saltuaria, magari a favore di qualche amministrazione amica. Eppure il problema rimane irrisolto   perché c’è  disattenzione rispetto alle aree di sofferenza di questa nostra società. Stiamo riempiendoci troppo la bocca di futuro senza guardare al disagio del presente.

Tornando alla politica, qualcuno l’ha definito un grillino di destra.

Con la differenza che io ho una esperienza amministrativa, mentre ai 5stelle manca la competenza sui temi dell’urbanistica che sono complessi, sui piani regolatori generali che hanno tempi di 7 anni, sulle lungaggini delle conferenze dei servizi ecc. Tutte le complicazioni dell’amministrazione dei territori. Quindi i primi passi che si debbono fare in conferenza Stato/ Regioni riguardano l’autonomia che non è quella egoistica del Veneto e della Lombardia   che si vogliono tenere i soldi delle tasse. Io sono per una autonomia solidale, per il federalismo dell’articolo 5 della Costituzione. Federalismo solidale, ma con grande autonomia legislativa delle Regioni come già chiedono anche Toscana e Puglia. In modo particolare per la Sanità  che non può venir strozzata dai vincoli del ministero favorendo le prestazioni a pagamento. O la competenza torna allo Stato oppure non può rimanere l’attuale situazione ibrida. 

A proposito di Sanità, sembra che le sue affermazioni non si discostino gran che da quelle della grillina Lombardi. Non funziona questo, no funziona quello ecc. 

La mia è una visione diversa. Vorrei un potenziamento delle strutture periferiche a favore dei cittadini per limitare le liste d’attesa perché se gli ospedali di “frontiera”, che hanno i chiuso, sono in grado di fornire prestazioni e servizi, di fatto favorisci l’utenza. Questo per bloccare, soprattutto nelle aree di “frontiera”,  la mobilità passiva di  chi va a chiede prestazioni sanitarie fuori da Lazio, con relativi costi.

Ultima  domanda. Lei non crede ai sondaggi 

Io parlo con la gente…

Ok, ma ammettiamo che lei non vinca, qual’è il piano B che si propone  con questa campagna elettorale? Pensa a un percorso che non si chiude il 4 marzo? 

Mi sembra evidente. Lo “scarpone” non si ferma alle prime asperità.

Giuliano Longo

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