Elezioni Regionali: Marta Leonori, una manager del settore pubblico nelle liste del Pd

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Marta Leonori
Marta Leonori

Fra le tante candidature al femminile nelle liste del Pd alle regionali c’è Marta Leonori, volto non nuovo nelle istituzioni essendo stata  assessore nella Giunta Marino per due anni. Nata a Roma nel 1977 si laurea in Economia Aziendale all’Università di Roma Tre e successivamente segue un master in Innovazione e management delle Amministrazioni Pubbliche. 

Direttore della Fondazione Italianieuropei viene eletta alla Camera nel 2013, incarico da cui si dimette pochi mesi dopo per entrare in giunta al Campidoglio. Esaurita anticipatamente questa esperienza diventa consigliere per la semplificazione al Ministero della Funzione pubblica e Commissario Straordinario del Formez PA, da cui si dimette per candidarsi alla Pisana.

Dalla scheda che pubblichiamo risulta che lei ha una formazione manageriale con una esperienza di due anni nella amministrazione Marino. Lei pensa che queste sue caratteristiche possano aiutare il Pd e favorire la sua elezione alla Pisana?

In Consiglio è sicuramente utile portare delle competenze, in particolare quella di assessore e da ultima quella di commissario governativo del Formez PA che si occupa attraverso convenzioni di utilizzare i fondi europei per conto di ministeri e regioni oltre a organizzare concorsi pubblici.

In ogni caso lei ha dato le dimissioni dal Formez.

Certamente, perché sono convinta che quando si decide di concorrere per un incarico elettivo la scelta debba essere coerente. Così come ho fatto da assessore quando ho rinunciato al seggio alla Camera anche se non c’era l’incompatibilità. Pensi che Tabacci fece per anni l’assessore al bilancio a Milano senza dimettersi da parlamentare. 

Che cosa le è rimato sotto il profilo umano e politico di quella esperienza con Ignazio Marino?

Guardi, non rimpiango di essermi dimessa dal Parlamento, anzi mi è rimasto un grande entusiasmo perché ho visto quante cose si possono fare per la città

Lei era assessore a..?

Alle attività produttive, innovazione, turismo che passò successivamente ad altro assessore mentre assunsi nelle mie competenze l’agricoltura e i rapporti con la Città Metropolitana. Ricordo ad esempio la riforma dei cartelloni pubblicitari che mi ha appassionato e non sarebbe stata possibile il coinvolgimento dell’associazionismo civico e dei comitati.

Se dovesse venire eletta ha già presenti  i temi sui quali potrà dare il suo contributo?

Sicuramente per le attività produttive. Per farle un esempio specifico, le ricordo che la Regione non è riuscita a chiudere  il percorso del testo unico sul commercio che sia vale ancora di una legge del 99 in una situazione radicalmente diversa quando non c’era a vendita on line, e gli outlet erano agli albori….. Se poi la nuova legge venisse supportata dai fondi europei per l’innovazione, le reti d’impresa e le start up anche giovanili e femminili, si organizzerebbe un sistema che aiuta le imprese. L’altro tema che mi interessa è il turismo di qualità compatibile con il tessuto urbano e tale da portare ricchezza….

Un discorso che si intreccia con i compiti di Roma Capitale.

In proposito mi lasci dire che la sindaca Raggi ha rifiutato i poteri aggiuntivi che la Regione le voleva conferire. Su questa possibilità, personalmente avevo fatto un lavoro molto capillare per quanto riguarda le deleghe a Roma Capitale compresa la stima di quanto personale e quante risorse finanziarie dovessero servire. Ora la sindaca rivendica poteri aggiuntivi pur affermando di non essere pronta a riceverli. Tocca quindi capire che assetto deve avere la città metropolitana della quale la Raggi evidentemente non ha una visione chiara. 

Comunque questo tema della Città Metropolitana rimane del tutto indefinito per cui sarà compito del prossimo Governo fornire altre indicazioni.

In realtà ci si stava dotando di un piano strategico in epoca Marino, ma di questo lavoro non si ha più traccia, il che non giova né alla Capitale ne hai comuni limitrofi. In ogni caso tenga presente che la Regione può essere l’interlocutore visto che il Comune latita. In questi ultimi anni sui temi più vari dalla ristrutturazione delle scuole alla ‘casa delle donne’, l’interlocutore è stata la Regione. Moltissime persone che in passato hanno manifestato contro alcune scelte di Ignazio Marino chiedono oggi di parlarmi come candidata perché non considerano il Campidoglio un interlocutore, addirittura inutile andarci a parlare perché è tutto completamente fermo. E vedrà che questa inattività, questa paralisi produrrà effetti devastanti a medio e lungo termine.

Mi pare di capire che imprese e turismo le stiano particolarmente a cuore.

Direi anche le imprese sociali che siano cooperative o altro. La Regione si è già dotata di una legge, ma c’è tutto un filone da riprendere in particolare per tutti coloro che si occupano del sociale, un pezzo del nostro tessuto produttivo che agevola anche l’integrazione. Qui va fatta una riflessione perché la Regione può davvero fare molto come già previsto nel nostro programma elettorale.

Su questo settore l’indagine e il processo per il “mondo di mezzo” hanno creato problemi?

Se i conti sono apposto si può fare programmazione perché l’impresa sociale non è una furbizia per aggirare la parte fiscale e normativa. non sono soltanto attività di impresa ma del valore sociale che viene affidato a queste attività. Resta il fatto che dopo le vicende del ‘mondo di mezzo’ sono aumentati i timori non soltanto nel mondo della cooperazione sociale, ma anche nelle associazioni. Resta il fatto che tutte le esperienze positive di questi decenni non possono venir travolte, anzi vanno rilanciate nei prossimi 5 anni, ad esempio senza proseguire la pratica del massimo ribasso nelle gare pubbliche.

Che differenza trova fra questa campagna elettorale rispetto a quella che la portò alla Camera nel 2013?

Due campagne entrambe invernali, ma in realtà molto diverse. Per fortuna sono cambiati gli strumenti oggi molto fondati sui social che sulle forme tradizionali di propaganda che in parte deturpavano le nostre città con i manifesti abusivi. E’ una campagna molto difficile soprattutto quella per le regionali perché non trova grandi spazi alla Tv e quindi rimangono schiacciate dalle elezioni politiche. Debbo anche dire che vedo una campagna scarsa di contenuti anche se per la Regione si parla di questioni che sono molto vicine alla vita dei cittadini. Per questo il contatto con l’elettore si svolge per piccoli incontri con i cittadini e le categorie. Ovviamente il tema più senito è la sanità per la quale i cittadini vogliono capire i futuri sviluppi e sollecitano un cambio di passo per portare le persone al centro di un modello di sanità. 

Per quanto riguarda gli avversari della sua coalizione quali sono le critiche.

Questa è una campagna dove il centro destra si presenta in ritardo con un candidato quasi ‘di risulta’, mentre i 5stelle non sembra abbiano un programma per la soluzione dei problemi se non il continuo racconto delle colpe altrui e dell’elenco dei problemi indicando soluzioni spesso irrealizzabili. Per questo apprezzo lo stile low profile e molto concreto di Zingaretti.

Non le manca il vecchio Pd sui territori con i suoi circoli e i suoi molti attivisti?

Secondo me non ci si può rassegnare a una politica che passa in prevalenza sui media perché la gente vuole dei confronti diretti. Quando mi sono iscritta al Pd della Garbatella dall’Università la cosa che mi colpì fu la capacità di quel circolo di ospitare realtà territoriali e politiche. Oggi c’è il rischio che la politica perda il contatto con la gente vera soprattutto nelle grandi città dove mancano punti di riferimento.

Giuliano Longo

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