Eppure, bisogna ammetterlo, il Pd ha preso una legnata epocale che dovrebbe indurlo ad essere un partito finalmente di sinistra, di tutta la sinistra. Nel Lazio ha vinto, anche se di misura, sul centro destra e comunque anche sul MoVimento 5 Stelle.
Quanto questa vittoria sia dovuta alla personalità del governatore ri-confermato Nicola Zingaretti, al giudizio non entusiasmante (sa va çans dire) sull’operato della sindaca Virginia Raggi nella Capitale, dalla frammentazione di un centro destra che presenta all’ultimo momento un candidato serio come Stefano Parisi, o ancora da quel 5% dei consensi sottratti alla coalizione da Sergio Pirozzi, lasciamo il giudizio, se non agli storici (pare eccessivo) agli analisti e ai baroni che controllano (sempre meno) il consenso dei territori.
Di nuovo c’è l’irruzione di Salvini con i suoi 4 consiglieri eletti a scapito dell’elettorato dei Fratelli di Giorgia Meloni che con gli uomini di Salvini ha deciso di sfiduciare Zingaretti alla prima occasione, mentre Pirozzi avrebbe voluto portare tutti i consiglieri del centro destra da Notaio per le dimissioni di massa, alla Ignazio Marino tanto per intenderci. Operazione di mera propagada soprattutto se Parisi non ci sta.
In ogni caso mancherebbero anche i numeri in Consiglio perché se è vero che Zingaretti è ‘azzoppato’ non avendo la maggioranza alla Pisana, politicamente sta portando avanti un’operazione non si sa quanto gradita dai vertici del suo partito, dove Matteo Renzi che controlla la maggioranza degli eletti alle Camere di apertura ai 5 stelle e (forse) anche al centro destra, non ne vuole sentir parlare.
In sostanza, anche senza un accordo politico vero e propio, Zingaretti apre ai grillini sui temi concreti e non a caso prima ancora di nominare la sua Giunta si incontra con Virginia Raggi che senza il sostegno della Regione non va lontano nemmeno per tappare le buche, mentre Roberta Lombardi si rende disponibile a ragionare sui temi concreti. In modo particolare sulla Sanità per la quale i 5stelle hanno fatto studi e dossier.
Già, perché c’è un filo comune che lega tutte le amministrazioni locali massacrate da 10 anni di crisi e dalla spending review che ha tagliato risorse soprattutto sul welfare e sullo sviluppo, per di più paralizzate dalla legge sugli appalti che prevede bandi su bandi, certamente trasparenti ma, dai tempi infiniti.
Quindi carne al fuoco ce n’è tanta se si volesse fare davvero gli interessi di questa regione.
Se poi l’ipotesi di un dialogo con i 5Stelle possa venir calibrata a livello nazionale, dove pure la discussione all’interno del Pd traspare, sarebbe azzardato, ma nel Lazio il dialogo c’è, punto e basta.
Tuttavia una novità c’è perché Zingaretti dopo anni di titubanze nel voler assumer un ruolo nazionale nel suo partito e anche di sconfitte, come alle ultime primarie dove appoggiò la minoranza di Orlando che ottenne scarso successo, questa volta ci mette la faccia direttamente proponendosi come candidato leader per il congresso del Pd che comunque potrebbe svolgersi almeno fra un anno e passa, Campa cavallo.
Una opzione che peraltro potrebbe spiazzare chi invoca per il Lazio il ritorno alle urne immediato rimandando a casa e in campagna elettorale tutti i 50 consiglieri che, più o meno faticosamente, si sono conquistato un lavoro alla Pisana.
Di certo c’è, almeno a leggere le dichiarazioni comprese quelle di Parisi, un dialogo si può aprire sempre che l’aula della Pisana non si trasformi in un mercato di prebende e favori ammantati dai supremi interessi del popolo.
Perché allora dubitiamo che Nicola Zingaretti voglia farsi mettere sulla graticola per i prossimi 5 anni, tanto più che non può più candidarsi alla presidenza della Regione?
Quindi conviene a tutti mandare avanti la legislatura, anche indipendentemente dalla formazione di un nuovo Governo tutta ancora per aria.
E allora, come Zingaretti va per la sua strada, ma come dice il governatore spagnolo di Milano di manzoniana memoria ’adelante (ma) con Judicio’ perché intanto c’è da formare la Giunta e poi i giochi si chiariranno in aula.
Giuliano Longo