Rifiuti, Parisi e Robilotta: «Si intervenga su Lazio Ambiente». E puntano il dito contro la gestione attuale

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Il termovalorizzatore di Colleferro è ormai bloccato da mesi e dopo la protesta dei sindaci locali ed in particolare del sindaco Sanna che ha nei mesi scorsi mobilitato i cittadini e i movimenti ecologisti, una decisione della Regione ha bloccato il revamping dell’impianto. Revamping cui sono contrari anche i 5stelle notoriamenti contrari ai termovalorizzatori.

Ma, come segnalano dai mesi i sindacati, oltre un problema ambientale si pone anche quello della sorte dei lavoratori addetti all’impianto di Lazioambiente, società regionale che già naviga in cattive acque di suo, tanto che Zingaretti lo scorso anno ne propose la privatizzazione poi congelata.

È in questo contesto che si inserisce la polemica politica sollevata dal consigliere regionale Stefano Parisi, già candidato alla presidenza della Regione Lazio per il centrodestra e il responsabile regionale di Energie per l’Italia Lazio, Donato Robilotta, già consigliere alla Pisana e assessore con Storace.

I due esponenti della opposizione solidarizzano con i 350 lavoratori di Lazio Ambiente s.p.a. oggi in sciopero per chiedere che il loro futuro appaia meno incerto.

Secondo Parisi e Robilotta il governatore, durante la campagna elettorale «aveva trovato escamotage temporanei al pagamento delle loro buste paga, ma è evidente che il destino dei dipendenti della partecipata della Regione è legato alla decisione di chiudere il termovalorizzatore di Colleferro».

Una scelta che viene definita «di opportunità politica e di piccolo cabotaggio per questioni ideologiche» perché «l’accordo con i 5estelle per sostenere la maggioranza claudicante del neo eletto Presidente, parte proprio dalla chimera dei rifiuti zero».

Un risultato irraggiungibile che impedisce, sempre secondo Parisi e Robilotta, la chiusura del ciclo dei rifiuti e «costa ai cittadini del Lazio in termini economici e di decoro urbano della Capitale».

Nel frattempo la Regione ha deliberato la gara per la vendita di quel termovalorizzatore, ma se quell’impianto non rientrerà mai in funzione «è difficile che i privati possano partecipare alla soluzione dell’emergenza rifiuti che con l’avvicinarsi dei mesi estivi riesploderà».

Giovedì Parisi e Robilotta incontreranno i lavoratori di Lazio Ambiente a Colleferro per ribadire quello che hanno affermato in campagna elettorale: «Il termovalorizzatore di Colleferro va rivampato con i dovuti accorgimenti per consentire lo smaltimento dei rifiuti a impatto ambientale zero».

Se sotto il profilo delle scelte ambientali Regione e Campidoglio oggi paiono avviarsi verso scelte condivise, resta il fatto che solo da pochi giorni il Comune di Roma ha indicato due luoghi nei pressi di Cesano e a Casal Selce per l’allocazione di impianti di compostaggio dei rifiuti che già suscitano l’opposizione delle popolazioni locali.

Mentre rimane aperto il problema del futuro di Lazio Ambiente che senza il termovalorizzatore di Colleferro riduce la sua attività sostanzialmente alla raccolta e allo spiazzamento per il numero, ormai limitato di comuni, che serve.

Un problema, questo della occupazione, destinato a cadere sul tavolo di Claudio Di Bernardino, già segretario della Cgil di Roma e del Lazio, appena eletto assessore al lavoro in quota Liberi e Uguali.

Va anche ricordato che un altro impianto Acea di termovalorizzazione a tecnologia avanzata lavora a San Vittore, resta quindi da capire se la politica del “no ai bruciatori” sia destinata a colpire anche questo impianto mentre Roma continua allegramente ad esportare  a costi rilevanti rifiuti in ogni dove, in Italia e all’estero che vengono regolarmente bruciati per produrre energia.

Infine non è ancora chiara la sorte del gassificatore di Cerroni a Malagrotta fermo ormai dall’ottobre 2013 per mancanza di autorizzazioni finali nonostante gli investimenti milionari a suo tempo affrontati dall’imperatore della monnezza capitolina.

È quindi probabile che questa nuova legislatura regionale debba riproporre un nuovo piano dei rifiuti che definisca una strategia chiara sugli impiantii di smaltimento, trattamento e discariche di servizio che dovrà trovare il più ampio consenso alla Pisana. Un problema politico ma che potrebbe anche trasformarsi in una emergenza,

Giuliano Longo

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