I viaggi, senza capo e senza coda, dei rifiuti romani

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I rifiuti romani andranno anche in Puglia. Cosi ha deciso il governatore Emiliano (compagno di partito del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti). Dalla Capitale però partiranno al giorno solo 150 tonnellate di rifiuti, praticamente nulla rispetto al fabbisogno di Roma che secondo dati Ama produce 3000 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati.  Una non soluzione, che però salasserà i cittadini romani che ai rifiuti trasportati in Abruzzo, in Austria e a Frosinone, dovranno sopperire anche a questo lungo viaggio dell’immondizia.
Romani che oltre agli aumenti dovranno vedersela, quasi sicuramente, con un’imminente emergenza sanitaria: i cassonetti in città vengono svuotati sempre più raramente e le alte temperature non aiutano. Per non parlare del Tmb di Ama di Rocca Cencia che è  al salasso e quelli di Malagrotta dove le file dei compattatori in attesa di conferire diventano ogni giorno più lunghe.

A questo si aggiunga che la Regione Lazio, tra poche settimane, rischia di essere commissariata  per non aver ottemperato alla seconda pronuncia del Tar che, su ricorso Rida Ambiente,  ha obbligato la giunta Zingaretti a indicare a questa società una discarica dove conferire gli scarti di lavorazione.  Per inciso il Tbm di Aprilia potrebbe risolvere la questione romana essendo autorizzato a trattare ulteriori 150 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati rispetto a quelli lavorati  attualmente e si trova a soli pochi chilometri dalla Capitale il che ridurrebbe e di molto i costi di trasporto .
La Regione ha tempo sino al 23 giugno per indicare questo invaso dopo di che scatterà il commissariamento. A prima vista questa potrebbe sembrare una buona notizia: il commissario potrebbe prendere decisioni che la politica non sa o non vuole prendere (perché impopolari) e risolvere la questione. La realtà potrebbe però essere diversa: nella regione ci sono infatti degli invasi disponibili. C’è la Pontina Ambiente (colpita da un’interdittiva antimafia) ma c’è anche Civitavecchia dove è presente un invaso di proprietà di Valter Lozza (già proprietario della Mad di Frosinone) che da progetti potrebbe ampliare le sue volumetrie. Cosa accadrebbe se dovesse farlo in fretta e furia? Potrebbe decidere di comune accordo con il commissario la tariffa di ingresso che, in emergenza,  di solito è più alta rispetto a ciò che avviene normalmente. Il che significherebbe, manco a dirlo, un nuovo aumento delle tasse per i cittadini. In realtà c’è di più: l’aumento della tariffa potrebbe essere facilitato proprio dai trasporti extra regione effettuati negli ultimi mesi, che hanno fatto registrare un aumento di 50-60 euro per tonnellata conferita in discarica. Di solito infatti la tariffa regionale viene decisa facendo una media ponderata di quanto speso nell’ultimo periodo: di certo le tariffe non sarebbero quelle pagate per sversare in Puglia (c’è da considerare il trasporto) ma altrettanto difficilmente si ritornerà alle 50 euro per tonnellata di scarti sversati che si pagava, nel Lazio, solo fino a tre anni fa.
“Non so perché ma sembra che tutti siano d’accordo o comunque che la questione proprio non voglia essere presa in considerazione dalla politica – ha commentato Fabio Altissimi amministratore della Rida Ambiente – prima e dopo l’ultima sentenza del Tar noi abbiamo scritto a 26 consiglieri d’opposizione, nessuno ha detto una parola. Noi possiamo solo sperare che un giorno intervengano le procure o la corte dei Conti, perché qualcosa qui davvero non quadra”.

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