Divertor Tokamak Test Frascati, Zingaretti: «Con ricorsi Tar di Puglia e Abruzzo Italia rischia di perdere l’investimento europeo»

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In seguito al ricorso al Tar delle regioni Puglia e Abruzzo, sull’assegnazione del DTT (Divertor Tokamak Test) al centro Enea di Frascati, nel Lazio, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti ha scritto una lettera aperta indirizzata ai due presidenti Emiliano e D’Alfonso. Il progetto DTT per la fusione termonucleare è un laboratorio scientifico-tecnologico fra i più grandi d’Europa che prevede investimenti pubblici e privati per 500 mln di euro e l’impiego di centinaia di ricercatori di tutta Italia.

Di seguito il testo della lettera.

Caro Michele, caro Luciano,

scelgo la forma della lettera aperta perché la questione che ci riguarda ha un significato più ampio di quello meramente giuridico di un ricorso amministrativo, dato che mette alla prova la capacità delle nostre istituzioni di fare sistema intorno a una preziosa opportunità per diventare leader internazionali nella scienza e nello sviluppo.

Parlo del Programma DTT (Divertor Tokamak Test), un Hub europeo di ricerca sul nucleare pulito che darebbe la possibilità di ospitare in Italia uno tra i più avanzati progetti di ricerca internazionale sulla produzione di energia a impatto ambientale zero. Un investimento già nell’immediato di decine di milioni per formare un polo di altissima ricerca dove impiegare centinaia di ricercatori di tutta Italia, ma che nel corso del programma arriverà a portare nel nostro Paese centinaia di milioni di euro di investimenti per connettersi in tutta la rete energetica nazionale.

La sede scelta da Enea per insediare il DTT è il centro di ricerche di Frascati, nel Lazio. Pur essendo libera di scegliere la localizzazione, Enea ha ritenuto di rivolgere un avviso tra le Regioni per verificare se esistessero altri laboratori con caratteristiche e standard superiori a quelli assicurati da Frascati che, infine, a giudizio dell’ente, è risultato quello maggiormente vantaggioso per la realizzazione del progetto. Il progetto potrebbe dunque avviarsi domani. Ma siamo di fronte ad un grande classico italiano: il ricorso al Tar con richiesta di sospensiva promosso dalle vostre amministrazioni.

Non entro nella disputa giuridica. Mi rivolgo a voi piuttosto come leader politici. L’avvio di un contenzioso sulla base di cavilli porterà infatti a un’interruzione del processo e, infine, a un unico risultato certo: perdere l’investimento europeo. Quindi, perdere tutti.

È un film visto troppe volte: voi ricorrete, noi ci difendiamo, in una trafila che tutti conosciamo e che tutti soffriamo, come ci siamo detti in tante circostanze. Qui però la posta in gioco è altissima: avviando questa trafila ci carichiamo il serio rischio di consegnare a un’altra nazione l’Hub dell’energia buona. Una cosa infatti deve essere chiara a tutti: l’Europa non attende che si concludano le nostre schermaglie, e non aspetta certo i tempi della giustizia italiana. Il Governo italiano ha chiesto di inserire il progetto nel Piano Junker nel 2014 e, poiché è occorso tempo per definire il cofinanziamento nazionale, si sono accumulati già tre anni di ritardo per la sua partenza. Non ci aspetteranno oltre, perché anche solo poche settimane di slittamento minerebbero la nostra credibilità di condurre in porto la proposta.

Non mi sfuggono i benefici diretti per il territorio ospitante, ma quando ho presentato la candidatura del Lazio la motivazione principale era un’altra: il potenziale enormemente più ampio di un progetto che, di qui a venti anni, rivoluzionerà la produzione e i consumi energetici, incidendo sulla possibilità di fare ovunque sviluppo e impresa ad impatti ambientali ridotti.

Di questo cambiamento l’Italia sarà capofila e i benefici travalicheranno i nostri confini, perché il programma sull’energia pulita ha per sua naturale vocazione una progettualità interregionale e internazionale.

Una pur legittima disputa tra Regioni vale quanto il rischio di sacrificare tutto ciò?

Se ci poniamo nell’ottica del progetto invece potremo vincere insieme e testimoniare all’Europa che esiste un’Italia impegnata a realizzare un futuro di crescita e sviluppo, perché resiste alla tentazione di contendersi un presente che non basta a tutti.

Vi prego pertanto di prendere nuovamente in esame la vostra decisione e di ritirare i vostri ricorsi, consentendo al Paese di cogliere un’opportunità che sarebbe folle perdere”.

Lo comunica in una nota la Regione Lazio.

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