Lazio Ambiente, Robilotta: «La gara per la vendita del termovalorizzatore è andata deserta, ma non c’è nessun piano alternativo»

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«Caro direttore,

come da voi già pubblicato la gara di Lazio Ambiente per la vendita del termovalorizzatore è andata deserta, lo mette nero su bianco il direttore al Bilancio della Regione con la determina del 23 Luglio n. G09316.

Trovo francamente incredibile che il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, e l’assessore Massimiliano Valeriani, non abbiano trovato il tempo di comunicarlo in Consiglio Regionale e di convocare i lavoratori della società regionale per annunciare un piano industriale alternativo.

La vicenda che rischia di portare al fallimento di Lazio Ambiente, con gravi ripercussioni sull’emergenza dei rifiuti e sul futuro di centinaia di famiglie, senza stipendio senza nessuna prospettiva.

La situazione non è affatto chiara perché Zingaretti prima ha deciso di fare il revamping dell’impianto e stanziato circa 10 milioni di euro, facendo acquistare alla società le caldaie. Poi per non contrastare la protesta guidata dal Sindaco di Colleferro contro il termovalorizzatore, ha di fatto bloccato tutto poco o nulle dicendo sul futuro dell’impianto.

Oltretutto le caldaie acquistate e lasciate incustodite per un lungo periodo in due parcheggi, sono ora inservibili, perché costruite per quell’impianto, e credo ci siano anche gli estremi di danno erariale.

Era evidente che in queste condizioni nessuno avrebbe speso 60 milioni di euro per comprare un impianto da ristrutturare senza avere la certezza di poterlo riaprire e per di più senza la discarica, di proprietà del Comune di Colleferro che ne percepisce gli utili, che poteva in qualche modo rendere appetibile l’acquisto.

Di fatto si spegne un termovalorizzatore di proprietà pubblica mentre l’emergenza rifiuti è sotto gli occhi di tutti e la Regione cerca impianti in altre regioni o in altri Stati dove portare i rifiuti di Roma.

Infatti non viene meno l’esigenza di incenerire parte dei rifiuti prodotti a Roma e nel Lazio, visto che dei quattro impianti previsti non solo dal piano regionale ma anche del decreto del Governo Renzi, per arrivare alla chiusura del ciclo, funziona solo quello di S. Vittore.

Come se non bastasse sorge il sospetto che la Regione pensi di portare a smaltire i rifiuti nei cementifici, Colleferro e Guidonia, o nelle centrali elettriche di Torrevaldaliga.

Nel frattempo, con lo spostamento dei tralicci dell’alta tensione, viene allargata la discarica di Colle Fagiolara che diventa così la discarica più grande del Lazio e a breve riaprirà per ricevere i rifiuti di Roma.

Poi si vedrà se e quando chiuderà. Intanto riapre.

Insomma l’esatto contrario di quello che bisognerebbe fare per un corretto e virtuoso ciclo dei rifiuti: costruire impianti per chiudere le discariche».

 

Donato Robilotta   

Già assessore e consigliere alla Pisana

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