Campidoglio, “spese bloccate”: l’ira dei gruppi consigliari

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Un regolamento ad hoc per ‘aiutare’ gruppi e commissioni capitoline a spendere e impegnare i fondi a loro disposizione, oggi spesso bloccati dalla normativa “troppo rigida”, che richiede l’indizione di gare anche per poche centinaia di euro, e dalla “scarsa comunicazione” delle nuove regole agli agenti contabili, responsabili di fronte alla Corte dei conti. E’ stato questo l’oggetto della riunione della commissione Trasparenza di stamattina, presieduta da Marco palumbo (Pd) e convocata su richiesta di gruppi e commissioni. La seduta, svoltasi in forma secretata, ha visto l’audizione tra gli altri della Ragioneria generale, del direttore dell’Assemblea capitolina, Angelo Gherardi e del direttore della direzione Programmazione e reperimento risorse umane del dipartimento Personale, Gianluca Viggiano.

COME FUNZIONANO LE SPESE DI GRUPPI E COMMISSIONI – Ogni gruppo politico dispone di un plafond annuale dedicato a spese di rappresentanza e gestionali, ma con il passare del tempo e dopo numerose osservazioni della Corte dei conti le regole per attingere a tali fondi sono diventate sempre piu’ severe, richiedendo giustificativi estremamente dettagliati che spesso, lamentano i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, mettono i gruppi nella condizione di non riuscire a spendere le risorse attribuite loro per legge. Al momento esistono due procedure per impegnare i fondi: la prima, quella ‘ufficiale’, prevede l’indizione di una gara anche per comprare una stampante od organizzare un convegno, anche trattandosi di una spesa di 300 euro – come ha lamentato una dipendente comunale in commissione; la seconda e’ quella tramite anticipazione del fondo di cassa, che risulta comunque vincolata a una serie di voci. I gruppi e le commissioni del Campidoglio quindi si ritrovano, tra l’irrigidimento e la scarsa comunicazione delle nuove norme e agenti contabili poco informati o non aggiornati, ad avere disponibilita’ di denaro ma senza potervi attingere, arrivando in alcuni casi al blocco totale delle spese come successo negli ultimi mesi, in cui le commissioni piu’ volte si sono ritrovate a non poter acquistare nemmeno la ‘mazzetta’ mattutina di quotidiani.

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