Non usa mezzi termini Fabio Altissimi, numero uno della Rida Ambiente di Aprilia, un impianto di Trattamento Biologico/meccanico di Aprilia, in provincia di Latina tra i più grandi del paese. “La raccolta differenziata è fallata, si spendono molti più soldi rispetto al ciclo di rifiuti normali per indirizzare comunque oltre milioni di tonnellate agli inceneritori oppure in discarica. I cittadini dovrebbero domandare alle Procure e alla Corte dei Conti lumi sui tanti soldi che si spendono in più senza ottenere il risultato previsto, ovvero il riciclo dei materiali”.
Fabio Altissimi, a differenza di molti suoi colleghi che operano nel mondo dei rifiuti si mostra in video molto spesso, parla e racconta con cifre quelle che secondo lui sono le storture del sistema industriale dei rifiuti. “Un sistema – come ha spesso ripetuto – che non risponde a dinamiche industriali ma più che altro politiche e che costa molto più ai cittadini”.
In queste settimane Altissimi ha deciso di trovare dei ritagli di tempo per spiegare alcuni elementi del sistema della raccolta e del trattamento rifiuti che normalmente sfuggono al dibattito. “I cittadini – dice spesso – devono iniziare a pensare un po’ da imprenditori e domandarsi dove vanno a finire i loro soldi”.
Nel suo ultimo filmato Fabio Altissimi apre le porte dei suoi impianti partendo direttamente dalla parte meno visibile del ciclo dei rifiuti, l’imbocco di scarico dei camion. E mostra quello che i vari comuni della Regione Lazio portano nel suo impianto come “frazione organica”.
“Questo è il tipo di rifiuti che una volta trattati in certi impianti vengono poi sparsi sui campi” dice Altissimi diretto alla telecamera come se parlasse direttamente al pubblico e indica la tanta plastica, il vetro, le bottiglie e gli scarti di legno, allumino e cartone. “Ecco – chiosa l’amministratore della Rida Ambiente – questa è la cosiddetta raccolta differenziata”. Poi il suo discorso si sposta sulla plastica dove, citando dati Corepla (sigla appartenente al consorzio degli imballaggi Conai) si scoprono numeri importanti: “Il materiale che viene immesso sul mercato da parte dei produttori degli imballaggi – spiega Altissimi nel video accompagnato dalle grafiche – sono circa 2,3 milioni di tonnellate l’anno. Di questo flusso soltanto 1 milione e 73mila tonnellate vengono recuperate dal consorzio Corepla e di questo totale 550mila tonnellate vengono riciclate, 404mila tonnellate vengono termo valorizzate. Ora – continua Altissimi – questi rifiuti che vengono termovalorizzati passano attraverso un canale che si chiama ‘Raccolta Differenziata’ e non più ‘Rifiuto Urbano Indifferenziato’. E per questo cambio di ciclo si pagano circa 130 euro a tonnellata in più rispetto a quanto spendiamo già per i termovalorizzatori perché questa raccolta differenziata costa a tutti i cittadini circa 210 euro/tonnellata”. Il dato finale è allarmante, perché ne sovviene che si spendono 50 milioni di euro in più per far fare lo stesso percorso alla plastica “differenziata” che poi finisce comunque in discarica (in una minima parte) oppure al termovalorizzatore attraverso un ciclo più costoso. Il tutto se si pensa che la plastica rappresenta una parte minimale della raccolta differenziata finale che ammonta a meno dell’8% del totale.
Insomma, l’invito di Altissimi è quello di guardare i numeri e quanto finiscono per gravare sulla tariffa e quindi sulle tasche dei cittadini. Del resto, in un altro filmato pubblicato sulla pagina social della “Rida Ambiente” Altissimi lo ha detto chiaro e tondo: “la Tari aumenterà nel 2019, con questi dati è inevitabile”. Comunque la si pensi, ripartire dai numeri potrebbe essere un valido punto di vista per tutti, non solo per il cittadino ma anche per la politica.
(Comunicato stampa Rida Ambiente)