«La presa di posizione di Chicco Testa, già Presidente di Acea, che critica la decisione del Presidente della Regione Lazio di chiudere il termovalorizzatore di Colleferro squarcia un velo di silenzio su una vicenda che non era andata oltre i confini locali.
Giustamente Chicco Testa lancia un grido di allarme sul fatto che quello del no ai termovalorizzatori è un tabù sbagliato, dal momento che mancano e invece servono per il recupero energetico.
La maggior parte degli impianti oggi sono presenti al Nord che accolgano gran parte dei rifiuti del Sud .
La sua presa di posizione è importante perché viene da quella stessa sinistra cui appartiene Zingaretti, che quindi non la pensa tutta come lui e può riaprire una discussione su questo tema sia all’interno del partito democratico che del sistema politico presente in Consiglio regionale, che sino ad ora non ha mostrato grande attenzione alla questione dell’emergenza rifiuti.
Basterebbe poi leggere i dati per capire quanto sia sbagliata la decisone della giunta regionale, dal momento che oggi nel Lazio, dei quattro termovalorizzatori previsti dal piano regionale, è in funzione solo quello di Acea di S. Vittore, che ha una capacità massima sulla carta di lavorare circa 350mila tonnellate all’anno di rifiuti. A fronte di un fabbisogno di incenerimento, calcolato dal DPCM del 10 Agosto 2017, pari a 879 mila tonnellate di rifiuti l’anno.
Questo significa che gran parte dei rifiuti trattati e trasformati in Cdr dagli impianti di Tmb deve essere portato in impianti in altre Regioni o all’Estero con grave aggravio per la tariffa che i cittadini sono obbligati a pagare.
Oltretutto il nuovo impianto avveniristico annunciato da Zingaretti per Colleferro non è stato ancora presentato e nessuno ha capito di che si tratta, se non del tentativo di prendere tempo per non prendere decisioni nel merito e non scontentare la protesta locale».
Donato Robilotta