Lazio, fondi Ue per sviluppo e ridistribuzione del Pil

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Circa 2,7 miliardi di euro incassati e interamente spesi e impegnati tra il 2014 e il 2020: 969 milioni arrivati dal Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), 902 dal Fse (Fondo sociale europeo) e 822 dal Feasr (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Risorse che sono servite per investimenti, opere, lavori, beni e servizi. Questi i numeri che riassumono l’utilizzo dei fondi europei da parte della Regione Lazio durante la programmazione che si sta per concludere, quella che terminera’ appunto nel 2020. A fare il punto della situazione su come sono stati spesi, questa mattina all’ex Gil di viale Trastevere, sono stati l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Gian Paolo Manzella, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
In particolare le risorse complessivamente destinate, ovvero messe in campo dalle autorita’ di gestione, ammontano a 1,9 miliardi e rappresentano il 73% della dotazione totale delle risorse programmate. Ma queste saranno usate totalmente anche in base alla regola “N+3”, che prevede che se entro 3 anni dagli impegni di spesa sul bilancio comunitario previsto per ciascun fondo non e’ stata programmata la domanda di rimborso all’Unione Europea, la relativa quota di finanziamento viene automaticamente disimpegnata.
Con il Fesr il Lazio ha finanziato progetti di accesso al credito come “Fare Lazio”, “Fare Venture” i voucher garanzia, o il fondo di riassicurazione o progetti come quello per lo sviluppo della banda ultra larga. Con il Fse, tra le altre cose, sono stati costituiti il fondo per il microcredito e tantissimi bandi per oltre 511 milioni. Il Feasr e’ servito ad aiutare il settore e le aziende agricole con 79 bandi. I 2,7 miliardi di euro coprono circa il 50% della politica unitaria regionale.

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