Donato Robilotta: “Brucia il Tmb Salaria: cronaca di una morte annunciata”

0
306

«Quella dell’incendio del Tmb Salaria di proprietà dell’Ama è stata la cronaca di una morte annunciata. Prima o poi doveva succedere, perché i rifiuti accumulati da giorni possono andare in autocombustione, e gridare al complotto o ad altro non serve a evitare la drammaticità della situazione.

L’impianto era vecchio, inadeguato, senza manutenzione straordinaria da anni e sempre al massimo consentito per smaltire sempre più rifiuti. Ma al salario arrivavano più rifiuti di quanti l’impianto ne potesse smaltire. Tonnellate di rifiuti che venivano abbancati nel piazzale e nelle vasche, per giorni e giorni, da qui il puzzo insopportabile che i cittadini sentivano, con code interminabili dei camion Ama che aspettavano ore prima di scaricare. Insomma una vera e propria discarica – stazione di trasferenza per rifiuti in attesa di essere smaltiti o portati in altri territori.

Roma è da tempo in emergenza rifiuti e ora con questo impianto fuori servizio la situazione assume i contorni di un vero e proprio dramma.

La Capitale ogni giorno deve smaltire circa 3.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, mentre i quattro impianti di tmb presenti, i due di Malagrotta di Cerroni e i due di Ama, Salaria e Rocca Cencia, arrivavano a poterne smaltire meno di 2.700 tonnellate al giorno. Già oggi circa 800 tonnellate al giorno di rifiuti tal quale venivano portati in giro per i territori del Lazio o in altre Regioni.

A questi oggi bisogna aggiungere circa 750 tonnellate di rifiuti che il Tmb salaria poteva lavorare, e ciò rende la vicenda rifiuti drammatica, perché nella Regione non c’è possibilità alla lunga di poterli smaltire.

Tanto che proprio oggi la Sindaca Raggi ha rivolto un appello alle altre Regioni ma non ha avuto molte risposte positive, perché i territori, in grado di prendere i rifiuti sono quelli del nord, che sono dotati di termovalorizzatori in grado di chiudere il ciclo e che in questi mesi sono stati accusati dal partito della sindaca di inquinare con quegli impianti.

La responsabilità di questa grave emergenza è tutta di Zingaretti e della Raggi che hanno continuato a dire no ai termovalorizzatori, opponendosi al decreto sblocca impianti del governo Renzi che ne prevede quattro nella nostra Regione, così come il piano regionale in vigore, senza dire quale sarebbe l’alternativa se non quella di nuove discariche, proibite dalla comunità europea, o di continuare a portare i rifiuti all’Estero. Cosa che aumenta i costi e fa aumentare la tariffa rifiuti, come sanno bene i cittadini di Roma e del Lazio che pagano le tariffe più alte.

Non solo ma di fronte alla crisi Zingaretti ha chiuso il termovalorizzatore di Colleferro, di proprietà regionale con una partecipazione di Ama, dopo aver speso soldi per fare il revamping mai avviato, e fa accordi per portare il cdr prodotto dal Lazio in altre Regioni. Insomma un vero e proprio paradosso.

Eppure il piano regionale dei rifiuti attualmente in vigore prevede una serie di impianti, sia tmb che termovalorizzatori, che se costruiti e in funzione avrebbero permesso di chiudere il ciclo da tempo.

Rispetto al piano mancano all’appello i Tmb di Bracciano, Latina e Colleferro autorizzati ma mai costruiti.

Così come dei quattro termovalorizzatori previsti, oggi è in funzione solo quello di S. Vittore che può valorizzare al massimo 300 mila tonnellate di cdr l’anno a fronte di una esigenza pari a quasi 900 mila t/a.

Eppure se si facessero entrare in funzione almeno gli impianti costruiti ma non ancora in esercizio si potrebbe dare una parziale soluzione alla grave crisi.

Infatti bisognerebbe far entrare in funzione il Tmb di Guidonia, terminato da tempo e bloccato da una grana giudiziaria che va risolta, così come si può usare il tritovagliatore di Polcarelli a Rocca Cencia, che può smaltire 1.300 tonnellate al giorno di rifiuti e risolverebbe nel frattempo il problema della chiusura del tmb Salaria.

Forse non tutti lo sanno ma a Malagrotta è presente un moderno termovalorizzatore all’avanguardia che può essere completato e aperto in pochissimi mesi, solo che la Regione e il Campidoglio devono smettere di voltarsi dall’altra parte e far finta di non vedere per non assumersi le loro responsabilità di governo.

Se non sono in grado di farlo si facciano da parte, perché la situazione è grave ed ha bisogno di decisioni. Il partito del No ha già fatto troppi danni».

Donato Robilotta

È SUCCESSO OGGI...