Se da Roma non se ne vanno come Sky e il Tg5, chiudono come Alamviva e oggi Aci Informatica buttando nella emarginazione assistita centinaia di dipendenti o creando gravi difficoltà ai lavoratori.
Oggi i 500 lavoratori di ACI Informatica sono entrati in mobilitazione contro il decreto sulla riforma delle pratiche automobilistiche che mette a rischio i dipendenti della società e un altro centinaio di lavoratori dell’indotto. Il decreto sulla riforma del settore delle pratiche automobilistiche in discussione in parlamento, per i sindacati non solo produrrà problemi per i lavoratori, ma anche, scrive un comunicato sindacale «l’aumento di costi e l’assoluto degrado dei sevizi pubblici.»
LA PROTESTA
«Abbiamo la piena consapevolezza – e’ scritto nella nota – della centralità e professionalità del nostro lavoro all’interno del sistema delle pratiche automobilistiche’.» Eppure il decreto attuativo, dopo aver ricevuto i pareri delle commissioni che criticavano proprio questo punto, è stato rinnovato dal consiglio dei ministri e ora rinviato alle commissioni parlamentari, in attesa del varo definitivo. Da parte loro i dipendenti di Aci Informatica non chiedono un intervento assistenziale ma semplicemente che vengano lasciate le attività che già vengono svolte e senza alcun costo per lo Stato in considerazione della loro riconosciuta competenza e professionalità che viene considerata un’eccellenza della Pubblica Amministrazione.
Questa eccellenza viene messa a disposizione di tutta la PA e i lavoratori hanno proposto di effettuare gratuitamente le attività informatiche della Motorizzazione oggi affidate con gare di appalto di decine di milioni di euro l’anno. Ma i timori dell’assemblea dei lavoratori di Aci Informatica riguardano il posto di lavoro. ‘«Non si cada nell’inganno della retorica del posto pubblico garantito, vista la recente approvazione dei decreti di riforma del pubblico impiego che, alla luce dei tagli lineari operati sul sistema pubblico, vede la loro eventuale ricollocazione solo teorica.»