Articolo di Giuliano Longo
Un vero e proprio bollettino di guerra quello che vede la fuga da Roma e dal Lazio di grandi compagnie non solo italiane con conseguente emorragia di occupati che si dovranno trasferire nei centri più accoglienti del nord ed in particolare a Milano dove occupazione e investimenti ancora tirano. Un problema quello della occupazione nei nostri territori, nei confronti del quale le istituzioni locali arrancano o risultano completamente assenti come il comune di Roma a trazione grillina.
Veniamo ai fatti. Sky si appresta a trasferire sotto la Madunina 300 dipendenti dalla sede della Salaria, il Tg5 presto lascerà Roma per Milano con gli oltre 50 giornalisti cui vanno aggiunti una novantina di tecnici che lavorano per il telegiornale ma anche per le altre testate del gruppo Mediaset. Nel settore del broadcast otre a Sky e Mediaset in Rai da tempo si parla di un possibile spostamento della sede del tg di Rai Due nel capoluogo lombardo.
Per completare il quadro bastano i dati Inps che denunciano nel Lazio 12mila cessazioni di contratti a tempo indeterminato solo nel mese di gennaio, a fronte di un aumento dei voucher (aboliti, ma surrettiziamente riproposti) passati nel 2016 da 874mila a 918mila. A questo si aggiungono i 30mila cassintegrati e una disoccupazione giovanile oltre il livello di guardia (31,5%). Senza contare la perdita del potere d’acquisto dei cittadini stimata a meno il 20% dal 2008. Se qualche aggiustamento c’è stato negli ultimi mesi si tratta di decimali ‘opportunamente’ esaltati come ripresa dell’economia nella Capitale e in regione.
Le valutazioni della Cgil suonano diversamente. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola, che nel corso di una sua recente intervista a Cinque facendo un raffronto fra Roma e Milano ci disse: «A Roma non c’è una sola partita che veda il coinvolgimento del Campidoglio in una cabina di regia condivisa con regione e governo. Tutto l’opposto di quanto accade a Milano. La conseguenza è che una volta saltato il tappo, in tanti si mettano a seguire la strada che porta al Nord». E aggiunse «siamo in presenza di una contrazione della occupazione nelle imprese industriali che continuano ad esportare pezzi di settori produttivi, mentre non esiste un modello di sviluppo alternativo se non quello di spostare l’occupazione sui servizi».
Insomma l’unico modello, almeno a Roma, rimane quello di mantenere, con l’accorso dei sindacati, lo statu quo per i 62mila e passa dipendenti comunali e delle partecipate. Senza contare che il “modello” invocato da Azzola, prevede un discorso sulla produttività anche nei servizi pubblici……ma se ne parla pochino.
LA SMENTITA – In merito alla news – Fuga da Roma di importanti aziende. Conviene di più Milano e il Nord – pubblicata oggi sul vostro sito web, la Esso Italiana ritiene necessario smentire l’affermazione che la Società abbia avviato le procedure di chiusura della sede romana per trasferirla in Liguria. La sede dell’azienda rimane a Roma.
L’informazione è infatti inesatta in quanto i trasferimenti, previsti da un piano di riorganizzazione aziendale, si riferiscono ad alcune specifiche attività dell’azienda e sono volti ad integrare al meglio i relativi processi produttivi, distributivi e commerciali.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti,
Ufficio Comunicazione e Stampa
Direzione Relazioni Esterne e Istituzionali