Piazza Navona. Palumbo (PD): “La festa della Befana esclude i bambini, premia i soliti noti”

"M5S è sempre più nella bufera” aggiunge il presidente della commissione trasparenza

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“Come avevamo previsto, ne l’assessore ne il presidente Coia  hanno avuto il coraggio di venire a chiarire in commissione trasparenza  la scelta dei criteri di partecipazione e qualità  per il bando relativo al mercato natalizio di piazza Navona”.

Così in una nota il Presidente della commissione trasparenza Marco Palumbo, che poi dice: “Le loro posizioni così contrastanti mettono in luce proprio le ragioni delle nostre critiche. La maggioranza M5S è sempre più in confusione, la bufera scatenata dal metodo #coiadicine, descritto dall’assessore Meloni e gli operatori riottosi a pagare gli oneri per la sicurezza”.

Palumbo aggiunge: “E’ stata soprattutto la decisione di non trasformare la manifestazione da ‘fiera’ a ‘festa’  ad aver  compromesso la possibilità di un ampio ricambio di presenze degli operatori premiando attraverso il criterio dell’anzianità il monopolio delle bancarelle romane e i soliti noti. Classificare l’iniziativa come festa, scelta  da più parti richiesta , avrebbe lasciato libere le mani all’Amministrazione Capitolina rispetto alla scelta temporale e dei criteri permettendole quindi di puntare alla qualità e alla creatività dei progetti,  anche per dare una nuova immagine più qualificata alla tradizione”.

“Ad oggi invece non si conosce ancora la data di apertura del  mercato natalizio – prosegue -. Di sicuro, a quanto riferito dai tecnici dell’assessorato,  non sono presenti le attività ludiche per i bambini. Non è chiaro chi ha predisposto il piano di sicurezza e se gli operatori commerciali saranno disposti a pagarlo così come previsto dal bando. Unica cosa positiva il numero di 48 tra commercianti e artigiani che fu stabilito tra Roma Capitale, Municipio Roma 1 e Soprintendenza Statale già nel 2015. Sul criterio della qualità tutto si riduce ad una semplice  autodichiarazione in cui vengono indicati  genericamente i prodotti tipici natalizi, i prodotti per i celiaci e gli ingredienti biologici. rendendo la presunta qualità una sorta di autodichiarazione”.

Palumbo spiega: “Anche nel  settore non alimentare è evidente l’estrema genericità nell’indicazione dei criteri, “prodotti realizzati con materiali naturali e/o riciclati”, “stampati su carta riciclata/ecologica”. Esistono certificazioni europee ed extraeuropee su queste materie, se non sono specificate i controlli (eventuali) che venissero attuati non potrebbero che prendere atto di un’autodichiarazione dell’operatore. Se i criteri di qualità sono così incerti e, nel migliore dei casi, possono essere soddisfatti con l’acquisto di diffusi prodotti industriali (standard ma non particolarmente di qualità) che può assolvere chiunque, l’unica cosa che conta nel bando è l’anzianità, che valga 40, 20 o anche soltanto un solo punto”.

“Questo il meccanismo perverso messo in atto dal Campidoglio – aggiunge ancora -: un meccanismo  che appunto come denunciato anche dall’assessore Meloni premia soprattutto una nota famiglia di ambulanti. Infine sul piano sicurezza non è chiaro chi lo ha redatto: se uno studio di Velletri e poi Zetema e a quale titolo. Proprio sul  piano sicurezza oggi, sarebbe stato importante conoscere dal Presidente Coia  i motivi che lo hanno indotto a tenere delle riunioni con gli ambulanti sui costi  che gli operatori stessi  dovranno sostenere”.

E conclude: “Venerdì scorso i costi comunicati erano di 450.000 euro più Iva. Una cifra elevata che gli operatori minacciano di non pagare e che espone  Roma Capitale, qualora se ne volesse far carico anche parzialmente, a possibili denunce alla Corte dei Conti per danno erariale e dall’altro a ricorsi al TAR di imprenditori che non hanno partecipato perché ritenevano magari alte le spese per il piano e ora si vedono le carte modificate. Un bel pasticcio, di quelli a, cinque stelle considerando che la fiera sarebbe dovuta iniziare già sabato scorso e che neanche per l’8 dicembre sembrerebbe essere pronta”.

 

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