“Ama lontana dal rinnovamento”. Intervista a Mauro Piconi, segretario Ugl Ambiente di Roma e Lazio

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Ugl igiene ambientale rappresenta tre contratti nazionali nel settore ambientale: Ccnl Multiservizi, che riguarda le ditte di pulimento private; contratto Fise Assoambiente che riguarda  la raccolta privata dei rifiuti urbani; infine Ama Utilitalia ex Federambiente. Nel complesso di questi 3 contratti di lavoro Ugl è predominante come numero di iscritti, meno presente  in Ama dove gli altri sindacati rientrano sotto la sigla Funzione Pubblica che tratta anche gli altri contratti delle partecipate. Ugl Igiene ambientale è dunque  l’unico sindacato che contratta sia per i servizi pubblici sia per quelli gestiti dai privati.

Mauro Piconi è il segretario dell’organizzazione di Roma e del Lazio dell’organizzazione e lo abbiamo incontrato mentre era in corso lo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Fiadel

Allora, Piconi, avete aderito anche voi a questo sciopero Ama (svoltosi lunedì scorso ndr)?

Noi non abbiamo dato alcun indirizzo ai nostri iscritti che si sono sentiti liberi di partecipare  perché come Ugl abbiamo ancora in corso  una procedura  presso la prefettura che per ora Ama ha snobbato, ma di fatto abbiamo partecipato allo sciopero.

A cosa si riferisce questa procedura?

Significa che da ora in poi possiamo ancora sederci al tavolo con Ama oppure andare ufficialmente allo sciopero anche noi.

Come è andato invece lo sciopero di oggi (lunedì, ndr)?

A quanto ci risulta non ci sarebbe stata una grande adesione anche perché ufficialmente, oltre alla nostra sigla, anche la Uil non ha aderito inoltre i lavoratori sono abbastanza stressati e spesso non si fanno partecipi delle istanze sindacali, tanto che forse alcuni non conoscono nemmeno le ragioni dello sciopero che riguardavano la mancata approvazione del bilancio Ama da parte del Campidoglio.

Non mi pare certo una ragione di poco conto.

Infatti è una questione essenziale che nuoce ai lavoratori, all’azienda e ai cittadini quindi è anche la nostra posizione.

Qual è la vostra posizione sulla gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio?

Dal mio punto di vista andrebbero rivisti proprio i vertici sia di Ama che è anche compartecipe della gestione del termovarozztare di Colleferro insieme a Lazio Ambiente. Lo stesso problema che si presenta anche in Atac. Due aziende che sono dei colossi per la loro dimensione non possono venir fermate da progetti di liberalizzazione e per questa ragione Ugl è per il no al referendum di domenica prossima. Solo che per Ama la linea o le strategie del Comune non si conoscono, tranne mettere al vertice dell’azienda un dirigente che proviene dai 5stelle (presidente e amministratore delegato Lorenzo Bagnacani, ndr). C’è un contratto di servizio per il quale si puntava alla raccolta porta porta mentre in alcune zone si va tornando al cassonetto retrocedendo dagli accordi sottoscritti sino ad oggi. Quindi se Ama si permette il lusso di non tenere in considerazione le parti sociali significa che è una società che non ha il polso della situazione sul servizio da espletare. Mezzi fortemente danneggiati, dipendenti che al mattino non sanno nemmeno dove andare a prestar servizio, i lavoratori che vengono trattati indegnamente addirittura in strutture prive di bagni e docce, con divise che vengono cambiate quando e se ci si ricorda e quando  piove e i mezzi perdono percolato (liquido residuale dei rifiuti, ndr)  ecc.

Tutto ciò è responsabilità dei dirigenti o di fattori oggettivi?

La responsabilità è di tutti compresi i cittadini che non rispettano le regole, ma alla fine tocca capire come porre rimedio a questa situazione, non solo ed il Comune e il  management dell’azienda debbono rispondere.

A questo punto quali sono le vostre proposte per ‘rigenerare’ Ama?

Intanto significa dare più voce ai lavoratori anche rispettandoli. La non approvazione del bilancio ha portato ai dipendenti la decurtazione dello straordinario e andando di questo passo si rischiano i livelli occupazionali. Inoltre parliamo del bilancio 2017 quando amministravano sempre gli stessi che avrebbero dovuto accorgersi se c’era qualcosa che non andava ….

Perché secondo lei l’assessore Lemmetti blocca almeno apparentemente l’approvazione del bilancio a Ama per soli (si fa per dire) 18 milioni di servizi cimiteriali?

Bella domanda. Sicuramente non vogliono assumersi la responsabilità per quell’importo ma francamente non saprei risponderle anche se nell’economia di un bilancio come quello di Ama appare effettivamente una posta non così rilevante.

Secondo voi quale sarebbero le misure immediate per garantite l’organizzazione aziendale e il rispetto del contratto di servizio?

Intanto va detto che ci sono dei servizi già esternalizzati ai privati con coop che applicano contratti di lavoro paralleli al nostro anche se si volevano applicare condizioni meno favorevoli per il salario. Questo significa che ogni società cooperativa, con i propri mezzi copre quei punti di raccolta che Ama non riesce a coprire. Ma per una capitale come Roma il Comune deve fare degli investimenti con risorse del Governo su nuovi mezzi, su personale preparato e puntare seriamente sulla differenziata educando il cittadino che in tanti altri comuni, anche se più piccoli della Capitale, funziona benissimo.

Sugli impianti di trattamento e smaltimento qual’è la vostra posizione?

Al di là della discussione sugli impianti fra Comune e Regione noi come sindacato non possiamo che stare alla finestra in attesa delle decisioni. Di fatto ad oggi non sappiamo come smaltire i rifiuti e dove, mentre il contribuente ne paga i costi per quelli che vengono portati fuori Roma. Tenga presente che se dobbiamo spendere di più per lo smaltimento al nord mancano poi le risorse per investimenti in Ama.

Ma secondo lei esiste un piano industriale aggiornato per Ama?

Teoricamente dovrebbe essere il management ad elaborarlo ma se tu metti una persona sola, amministratore delegato, presidente e direttore generale, a capo di una rete di dirigenti che sono gli stessi da almeno 10 anni non è che ottieni grandi risultati. Dov’è la volontà di cambiamento.

Insomma, ai sindacati non è mai stato presentato il piano industriale di Ama?

Per quanto riguarda l’Ugl, ma probabilmente anche per gli altri sindacati, non mi risulta.

Facciamo un passo indietro. Oggi di quanti mezzi funzionanti dispone Ama?

Non ho un dato preciso, ma calcoli che se al mattino servono 20 automezzi 15 sono da revisionare. Se noi prendiamo per ipotesi 20 mezzi nuovi che raccolgono i cassonetti e poi abbiamo 200 ‘vaschette’ che girano per Roma  e molto di queste non sono idonee, anche  la prestazione del lavoratore diventa limitata. Infatti il nostro lavoro si basa su manodopera e mezzi, ma si basa anche sul rinnovamento di chi ha il manico dell’azienda, ovvero dei suoi dirigenti.

Giuliano Longo

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