Lavoro di qualità in agricoltura, firmato il protocollo di intesa

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Firmato tra la Regione Lazio e le parti sociali il protocollo “per un lavoro di qualità in agricoltura”. Un accordo sottoscritto per limitare il fenomeno del “caporalato” e lo sfruttamento nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici, spesso particolarmente vulnerabili come stranieri privi del regolare permesso di soggiorno oppure disoccupati. Con il protocollo le parti intendono avviare una prima sperimentazione sul territorio della Provincia di Latina che, in sinergia con l’articolazione territoriale della Rete del Lavoro agricolo di qualità costituita presso l’INPS, offra misure e strumenti a supporto degli impiegati agricoli e a beneficio delle aziende. E’ stato istituito un Gruppo di Coordinamento composto dalla Regione Lazio dai sindacati Ugl, Uil, Cisl e Cgil e le parti datoriali al fine di favorire il raccordo fra tutti gli attori coinvolti. All’organismo è demandato il compito di realizzare il coinvolgimento di ulteriori soggetti che per competenza, potranno contribuire alla riuscita dell’intervento; l’individuazione delle risorse da attivare per le misure e condivisione delle modalità di attivazione; la definizione e condivisione dei dettagli del piano di intervento; la rilevazione di eventuali criticità e tempestiva adozione di misure correttive in corso d’opera; il coordinamento e monitoraggio dell’intervento. Tra le misure messe in campo: l’attivazione di uno sportello presso i CPI dedicato al collocamento in agricoltura, il “GoodJob” cioè lo sviluppo di una piattaforma informatica, per un lavoro buono e trasparente, incentivi all’assunzione di lavoratori iscritti nelle liste di prenotazione presso i CPI, Formazione, agevolazioni in materia di trasporto pubblico dei lavoratori, accoglienza abitativa, messa a disposizione di un Mediatore Culturale, informazione e divulgazione delle opportunità per i lavoratori di essere inseriti nelle liste di prenotazione, Legge regionale sul contrasto e l’emersione del lavoro non regolare in agricoltura: “Da anni che segnaliamo l’esistenza di questa pratica che non ci esimiamo dal definire mafiosa. Il caporalato – commenta il Responsabile della UGL LAZIO Armando Valiani – è un fenomeno che viviamo sulla nostra pelle, soprattutto nel basso Lazio, dove ci sono molte zone critiche come quella di Sabaudia, Fondi e San Felice Circeo. Nelle campagne dell’Agro Pontino – sottolineano Alberto Ordiseri (Segretario UTL di Latina) Carla Ciocci (Dirigente Della UGL Agroalimentari) – sono impiegati migliaia di indiani ma vista la crisi anche molti italiani disoccupati che vivono in condizioni di schiavitù. Con l’accordo sottoscritto si dà piena operatività alle iniziative per sconfiggere caporalato e lavoro nero. Un plauso – aggiunge Valiani – va all’assessore Claudio Di Berardino che ha saputo ascoltare le parti sociali e tramutare pensieri e idee in un documento”. Per l’UGL un primo importante tassello nella battaglia contro il fenomeno che il sindacato ha particolarmente a cuore come dimostrano i sopralluoghi effettuati dal Segretario Nazionale Francesco Paolo Capone nelle province d’Italia dove risultato maggiormente radicato.

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