“Cerveteri ha voglia di cambiamento”. Intervista a Pietro Tidei

Primarie Pd, l’ex sindaco vicino a sciogliere la riserva

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di ALBERTO SAVA

Maurizio Falconi, uomo mite, nell’arena congressuale del Pd locale ha combattuto con forza ed è diventato segretario del circolo cittadino, contro tutte le previsioni dei suoi avversari e della gran parte della stampa locale. Un’elezione che ha fatto giustizia dell’ingiustificata vulgata che aveva decretato vincitori di carta, e l’epurazione dal consesso democratico della “reietta” componente di Unidem. Compiuto il destino del congresso, c’è chi ancora cerca nelle pieghe dei regolamenti la stura per improbabili colpi di scena, mentre il nuovo corso del circolo cittadino, continuando a battere il ferro finché è caldo, è impegnato nella preparazione delle primarie, con i banchetti per l’albo degli elettori. Oggi intervistiamo l’avvocato Pietro Tidei, candidato a sindaco dalla vecchia e nuova maggioranza del Direttivo, fin dallo scorso autunno.

Da tempo si fa il suo nome come candidato sindaco del Pd, sì della componente Unidem, ma anche della maggioranza del partito. In quest’ottica è noto che lei sta facendo degli incontri nel territorio di Cerveteri. Che risultati sta raccogliendo?
Prima di sciogliere qualsiasi riserva in merito alla mia candidatura alle primarie, ho intrapreso una serie di incontri con la società civile di Cerveteri. Debbo dire che ho registrato due dati fondamentali. Una profonda delusione di moltissimi cittadini, nei confronti dell’operato dell’attuale sindaco. Sul piano concreto gli viene attribuita una totale inconcludenza nei cinque anni di mandato da primo cittadino, e più in generale in tutta la sua attività istituzionale, nei dodici anni trascorsi. Al suo nome non è legata alcuna opera pubblica. Una città come Cerveteri che ha tante potenzialità, enormi direi, sul piano dello sviluppo, della riqualificazione urbana e archeologica, sul piano dello sviluppo agrario e commerciale, di fatto oggi è una città degradata, che subisce una stagnazione economica senza precedenti. L’edilizia è ferma, l’imprenditoria nel suo complesso è alle corde, il commercio è in totale declino e la disoccupazione è alle stelle. C’è un senso di delusione rispetto a un’amministrazione che ha parlato tanto, che parla tanto, ma che sul piano concreto non produce nulla. Il secondo dato che ho registrato riguarda i tantissimi consensi intorno al mio nome. In tutta sincerità, neanche mi aspettavo tante adesioni nei miei confronti. Certamente, si tratterà di vedere con realismo se i consensi si potranno tradurre in voti nelle urne.

Si avvia, dunque, verso lo scioglimento della riserva a partecipare alle primarie del Pd a Cerveteri?
Mi sono preso ancora qualche giorno di tempo. La mia riserva era legata a due fattori. Il primo riguardava la verifica in merito a un consenso generale sulla mia persona. Questo consenso, certamente preliminare e nelle parole, l’ho comunque riscontrato. Nelle parole e nelle intenzioni, che certamente non sono ancora voti, è bene sottolinearlo, ho registrato un favore molto esteso. Le parole dovranno poi diventare fatti. Ci sono delle realtà molto critiche. Ho constatato, per esempio, nella zona di Campo di Mare e Cerenova una insoddisfazione totale, lì dove Pascucci raccolse moltissimi consensi. In generale, l’aspetto del disagio e della debolezza sociale è completamente abbandonato a se stesso. È il lamento di chi vive più a contatto con le realtà più bisognose del territorio, con l’emarginazione sociale, con la disoccupazione, con i problemi della droga. Parlando con chi oggi si occupa di queste vicende, mi rendo conto che c’è un’amministrazione totalmente assente. Lo stesso nella scuola. Nelle piccole e nelle grandi questioni: per quanto riguarda, per esempio, l’edilizia scolastica, siamo all’anno zero. Anche per quanto riguarda l’impiantistica sportiva la situazione è drammatica. Per i centri di aggregazione sociale e di volontariato, invece, Cerveteri oggi non offre altro che il bar. Non ci sono centri di propulsione culturale, sociale e di volontariato. Una città praticamente abbandonata. Il mio primo obiettivo, quindi, era una verifica in città, che ho fatto, che sto facendo, e che concluderò in settimana.
La seconda condizione per sciogliere la mia riserva, è di carattere familiare. Dopo tanti anni di politica e di impegno nelle Istituzioni, la mia famiglia mi sta invitando a riflettere sull’opportunità di una nuova avventura, che allontanerebbe ancora una volta il momento, che viene sempre nella vita di ogni uomo, nel quale gli affetti familiari e privati avranno il sopravvento sulla vita pubblica. Ho il dovere di ascoltare e riflettere. Tuttavia conto di risolvere in settimana questo non facile dilemma, che devo affrontare seriamente e con equilibrio. Certo, non posso dimenticare la disperazione che ho incontrato nel mio giro di orizzonte. Disperazione di molti che hanno parlato con Pascucci, che gli hanno chiesto un aiuto, e che hanno ricevuto un educato ma fermo rifiuto.

Un’ultima considerazione sul suo giro d’orizzonte.
Mi sembra di poter dire che il sindaco uscente, nonostante il quadro desolante che ho registrato, abbia provato, e stia provando, a stringere vecchie e nuove alleanze senza limite di schieramenti. Questa volta, però, i rifiuti paiono più corposi dei consensi, tra gli elettori e tra le forze politiche, tradizionali e nuove. A Cerveteri c’è voglia di cambiamento. Non so se posso essere io quello che rappresenta il cambiamento. Lo vedremo. Tuttavia noto che, sulla base di quello che ho fatto a Civitavecchia, molta gente ha dimostrato apprezzamento per il mio operato, auspicando quegli interventi anche per Cerveteri. Il mio contatto con il tessuto sociale di Cerveteri ha dato risultati molto positivi.

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