Atac, il sogno di Fantasia: ristrutturare l’azienda (senza soldi)

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Mentre, dopo la mozione parlamentare che chiede l’impegno delle Ferrovie per Atac, il Pd sta mobilitando tutti i suoi big del trasporto che si riuniranno in conclave  al Nazzareno, Manuel Fantasia, amministratore delegato di Atac di fresca nomina, si presenta alla commissione capitolina Trasporti.
E se ancora manca  un direttore generale dopo le dimissioni di Rattigheri, lui rilancia e di direzioni ne vuole addirittura due. Si tratta, come spiega lui stesso alle agenzie, della «Operation, con attribuite tutte le risorse finanziarie, strumentali e umane dell’azienda, che conta circa 10mila sui 12mila dipendenti totali, e della Corporate con tutte le esigenze di supporto sia alla produzione sia alla corretta gestione dell’azienda».
L’indirizzo di queste strutture sarà garantito  da «un comitato guida coordinato direttamente da me – continua Fantasia – e ci saranno rappresentanze di tutte le professionalità dell’azienda, autisti, macchinisti, capi officina, manutentori, verificatori, etc.»
Inoltre all’interno del gruppo di lavoro «ci saranno delle figure di facilitatori e project leaders, perché se è vero che in Atac oggi non c’è capacità di strutturare riunioni, sarà bene che i dipendenti la imparino attraverso un’adeguata formazione.» Filosofia di project management che andrebbe bene in una azienda che almeno abbia risolto i fondamentali e cioè far circolare i mezzi. Ma tant’è, da oltre 10 anni chi arriva in Atac deve pur dire la sua. Scendendo  dalle nuvole della filosofia di management,  Fantasia  ha spiegato di aver avviato un «crash program» (sic)   contro l’evasione tariffaria con il quale si può  arrivare a 4 milioni in più di ricavi da bigliettazione e circa 3,5 milioni in più di ricavi veri da sanzioni. (ammesso che qualcuno le paghi, ndr)».
Come? «Noi – dice Fantasia – aggiungeremo ai 160 verificatori attuali anche 36 persone che hanno già il patentino di polizia amministrativa e che oggi operano nella sosta sulle strisce gialle, in un’ottica di utilizzo polifunzionale delle risorse.» Inoltre  In Atac ci sono 500 persone che hanno questo patentino oltre ai 160 verificatori «quindi abbiamo la possibilità di fare campagne straordinarie su più linee e in più fasce orarie senza preavviso».
Il sogno di Manuel è comunque la rivoluzione tecnologica del trasporto pubblico di tipo europeo : dalle smart cards ‘a scomputo’ in stile Amsterdam, ai biglietti ‘chip on paper’ che richiamano l’Oyster card londinese, già adottata nella Capitale per gli abbonamenti.  Ma fuori dalle buone intenzioni che un po’ tutti hanno annunciato in questi anni, tocca vedere in che acque finanziarie naviga Atac. Ebbene «la prima cosa che ho trovato in Atac – dice Fantasia-  è stata una proroga della scadenza del debito verso le banche al 15 ottobre, e io sono entrato il 15 settembre. Era la terza in pochi mesi, dopo la prima a maggio e la seconda ad agosto. Siamo riusciti, d’accordo con l’azionista (Comune di Roma, ndr), a trovare un sistema di garanzie per le banche con cui ora stiamo arrivando agli atti finali per la rinegoziazione affinché il debito verso Roma Capitale, che si sarebbe dovuto iniziare a pagare a metà 2017, fosse posticipato alla fine del 2019. La rinegoziazione ora quindi avverrà a tassi inferiori rispetto al vecchio debito, passando dal 4,5 al 2%.» Un mese fa la Giunta capitolina aveva approvato il piano di rientro del debito Atac verso Roma Capitale in di 429 milioni 551mila 538 euro con la possibilità di rinegoziare il prestito di 167 milioni  concesso dalle banche finanziatrici che è già scaduto il 16 ottobre 2016. Questo il debito con le banche, cui va aggiunto quello con i fornitori. Ma pazienza, perché secondo Manuel il  “disastro” Atac è dovuto alla mancanza totale di investimenti dal 2013 al 2015.
Anche se rimane un mistero comprendere come lui e la Raggi troveranno i soldi per gli investimenti. Intanto fra una macrostruttura e l’altra, una oyster car e un crash program il sottoscritto ha atteso il 714 per 35 minuti. Domani sciopero dei mezzi  e monta il sordo brontolio degli utenti in attesa che il neo assessore alle partecipate Colomban si decida a fare il duro come annunciato.

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