Strage di Cisterna, procuratore: «Spari in testa a entrambe le bambine»

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La conferenza stampa che si è svolta questa mattina in procura a Latina ha visto l’intervento oltre del capo della procura De Gasperis, anche del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo che ha coordinato le operazioni la mattina del 28 febbraio a Cisterna di Latina, il maggiore dei carabinieri Pietro Di Miccoli e il maggiore Barbera. “Avvisati da un inquilino che sente spari, i carabinieri sono arrivati alle 6 meno dieci e al loro arrivo i testimoni riferiscono di aver sentito sei spari nel’appartamento poi più nulla. I carabinieri che presidiavano area non sentono altri colpi se non alle 13.15 quando Capasso si spara in bocca”. A parlare è il solo procuratore Capo De Gasperis. “La piccola è stata attinta da tre colpi, – spiega il procuratore – la più grande da sei colpi. Tutte e due alla testa e in parti vitali e un’arma di quel tipo non dà speranza di sopravvivenza. Nulla hanno potuto fare i carabinieri che invece hanno operato come si doveva operare. Non si fanno sparatorie come nei saloon del far west ma si agisce con professionalità come è stato fatto in questo caso intervenendo in sicurezza dopo l’ultimo sparo. L’intervento dei carabinieri è stato tempestivo tanto che alle 11.30 il Gis partito da Livorno era già sul posto. Ci tenevo a dire queste cose per evitare inutili cacce alle streghe”. Anche la mamma delle piccole è stata attinta da tre colpi di cui uno alla mandibola, ma non è morta. “Non è morta perchè immediatamente soccorsa”. Inoltre lo stesso procuratore capo ha confermato che l’autopsia non è stata disposta ne sul corpo di Capasso né su quello delle bambine. “Non serviva – ha risposto – dato che la causa della morte era certa”.

(foto d’archivio)

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