Mafia Capitale, al via il controinterrogatorio dei pm a Buzzi

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E’ iniziato nell’aula bunker di Rebibbia il contresame dei procuratori nei confronti di Salvatore Buzzi che per quattro udienze successive era stato un fiume in piena di rivelazioni sul sistema correttivo della Capitale del quale si è proclamato vittima più che artefice. Il punto più delicato messo in evidenza dalla Procura nel corso del controinterrogatorio riguarda i suoi rapporti con Massimo Carminati  che Salvatore aveva conosciuto durante la sua detenzione in carcere ma che di fatto, agli atti depositati, risulterebbe suo socio di fatto per l’acquisizione di appalti dalla pubblica amministrazione capitolina.

Se la difesa dell’ex manager delle coop sociali tende a smantellare l’accusa più pesante di associazione mafiosa che comporta numerosi anni di carcere, sarà importante ascoltare a giorni la deposizione di Carminati che secondo il suo difensore promette di chiarire tutta una serie di punti su questa connection romana che in ogni caso, con somme più o meno rilevati, ha rivelato un sistema corruttivo diffuso che avrebbe coinvolto in gran parte anche il Pd.

Nel corso delle udienze precedenti l’atteggiamento di Buzzi nei confronti di Carminati è stato assolutamente cauto, per non dire riguardoso, tanto che oggi ha affermato in aula  «non ho mai usato il nome di Carminati per mettere paura a qualche politico o funzionario. È un’accusa che ritengo offensiva» ma, aggiungiamo noi, anche pericolosa ove venissero acclarati gli intenti estorsivi tipici delle organizzazioni mafiose.  «Io avevo 300 ex detenuti, avevo il settore ladri, stupratori e assassini, avevo anche i serial killer. E vi pare che citavo il nome di Carminati per mettere paura a qualcuno!» Anzi, ha aggiunto «noi non abbiamo mai percepito Carminati come viene presentato in questo processo.» Detto questo l’ex presidente della ’29 giugno ha parlato del  «passato mediatico» imbastito per l’ex Nar, alias il ‘Nero’, alias il Cecato Carminati, in ‘Romanzo criminale’ di Giancarlo De Cataldo e il ‘Samurai’ in ‘Suburra’ di De Cataldo e Carlo Bonini.

Chiusa la parentesi mediatico/letteraria Buzzi ha ha minimizzato il peso criminale di Carminati affermado «se uno guarda il suo certificato penale, Carminati è uno che ha fatto tre rapine negli anni ’80 e un furto, i precedenti sono questi.» Anzi «’Romanzo criminale’ lo hanno girato a 30 metri da noi.  Molti ragazzi hanno fatto le comparse e sono stati anche pagati. Il libro ‘Suburra’ l’ho letto in carcere, ‘Romanzo criminale’ non l’ho letto perché l’ho trovato pesante, ho visto solo la serie televisiva.»

Poi è tornato sul tema della corruzione con una battuta  «non ho mai corrotto nessuno (perché) erano già tutti corrotti. Ho pagato tangenti ad Andrea Tassone  : 26.500 per le potature e 6100 per le spiagge.» Tangenti che sarebbero state pagate  tramite Paolo Solvi collaboratore dell’ex minisindaco di Ostia, già condannato a due anni e due mesi in primo grado, con rito abbreviato. Per parte sua Tassone, sotto processo, nelle sue precedenti deposizioni aveva negato l’esistenza di tangenti per favorire le coop di Salvatore Buzzi e aveva parlato di regolari contributi per la campagna elettorale di Enrico Gasbarra. Un pagamento di soli 5000 euro, a fronte dei 30 mila contestati dalla procura, regolarmente versato all’associazione “le Aquile” vicina all’europarlamente Pd, per finanziare la sua scalata in Europa nel 2014.

Nel corso di una intervista su Affaritaliani.it il difensore di Buzzi, avvocato Alessandro Diddi si è detto molto soddisfatto dell’intero processo «a nostro giudizio – ha spiegato- l’istruttoria ha demolito l’impostazione dell’accusa che aveva ipotizzato l’associazione a delinquere di stampo mafioso. E questo era il nostro unico obiettivo» Infatti i PM accusavano Buzzi di aver inserito in azienda personaggi come Massimo Carminati «per sfruttare la loro asserita caratura militare per conseguire vantaggi illeciti». Ma per Diddi gli oltre 150 testimoni  chiamati in aula avrebbero chiarito che «Carminati non ha portato alle cooperative di Buzzi nessun vantaggio economico, se si eccettua l’appalto dell’Ente Eur che non è certamente pervenuto alle cooperative per effetto di comportamenti intimidatori da parte di Carminati. E voi sapete che la mafia sussiste in presenza di comportamenti minacciosi e intimidatori che incidono sulla libertà di autodeterminazione delle persone.»

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