Ss Lazio, Inzaghi tra gioie e dolori di Coppa Italia e calciomercato

I biancocelesti si godono il successo sull'Inter, ma sono tante le situazioni da risolvere. Il mercato ha accorciato la rosa a disposizione di Inzaghi che però ha saputo fare di necessità virtù

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La Lazio di Simone Inzaghi continua a stupire. La giovane compagine biancoceleste è andata a imporsi in casa dell’Inter nei quarti di finale di Coppa Italia. Una sfida che sembrava proibitiva per le aquile che arrivavano al match con parecchie assenze, ma soprattutto affrontavano una squadra calda dopo le otto vittorie consecutive raccolte. Invece i capitolini hanno dimostrato di conoscere bene il gioco dell’ex Pioli, si sono chiusi per poi ripartire puntando sulla velocità di Felipe Anderson e Immobile.

La vittoria per 2-1 va anche stretta alla Lazio che avrebbe potuto dilagare ma ha sbagliato più volte il colpo del ko definitivo. I nerazzurri ci hanno creduto e i minuti finale sono stato un assedio (sterile) alla porta di Marchetti. Così le aquile volano in semifinale dove attendono una tra Roma e Cesena con la forte possibilità di giocare tre derby nell’arco di due mesi.

MERCATO ALL’INSEGNA DELLE CESSIONI – Se da San Siro sono arrivate solo gioie, non è accaduto lo stesso per quello che riguarda il calciomercato. La Lazio chiude, infatti, la sessione invernale con ben sette cessioni e uno zero nella casella degli acquisti, se si esclude il rientro dal prestito di Crecco, autentico pupillo di Inzaghi. Oltre alla cessione definitiva di Leitner e quelle in prestito di Cataldi, Minala e Prce, le ultime ventiquattro ore hanno fatto andare in porto una operazione che ha alleggerito la rosa a disposizione del mister Inzaghi.

Ravel Morrison è tornato in Inghilterra e il Qpr lo ha rivelato in prestito con diritto di riscatto. Stessa formula per Ricardo Kishna che non trovava posto ed era stato scavalcato nelle gerarchie da Lombardi. L’olandese è andato al Lille che a giugno per assicurarselo in estate dovrebbe versare dieci milioni nelle casse biancocelesti. Ha salutato Roma anche il brasiliano Vinicius che con l’aquila sul petto non ha mai disputato nemmeno una gara ufficiale e ha deciso di ripartire dall’Aek Atene.

Capitolo a parte merita Alvaro Gonzalez che si è rivolto alla Fifa per svincolarsi e tornare in patria, ma bisognerà aspettare. Unico giocatore non ceduto e al momento fuori dal progetto è Mamadou Tounkara. Inzaghi dovrà arrangiarsi con una rosa, più che buona nell’undici, ma forse carente di un uomo a centrocampo e in attacco. A tutto ciò si aggiunge anche Keita che non si è presentato ieri a Milano dopo la Coppa d’Africa e ha raggiunto solo oggi Formello.

La Lazio non ha preso bene la mossa del senegalese anche perché il suo connazionale Manè era in panchina ieri con il Liverpool. Il rapporto tra l’ex Barcellona e il club biancoceleste si fa sempre più complicato e il divorzio in estate sembra inevitabile.

BIGLIA E MURGIA DA APPLAUSI – Inzaghi può essere felice per la prestazione fornita dai suoi a San Siro. Felipe Anderson è stata la spina nel fianco della difesa interista, anche se ha sbagliato almeno due gol completamente solo davanti ad Handanovic. Bene la difesa con un de Vrij in formato deluxe, ma a impressionare sono stati Alessandro Murgia e Lucas Biglia.

Iniziamo dal giovane che, alla prima da titolare, ha disputato una partita gagliarda, fisica, insomma da laziale. Bava alla bocca ha lottato su ogni pallone senza sfigurare davanti a giocatori affermati. Il mister e la società credono moltissimo in lui che, dopo le partenze di Cataldi e Leitner, è diventato la prima vera alternativa della linea mediana al trio Milinkovic, Parolo e Biglia.

Già, Lucas si è ripreso la sua Lazio. Fascia di capitano al braccio, l’argentino ha giocato una gara sontuosa impreziosita dal rigore realizzato con la solita cattiveria. «Il mio futuro è con questa maglia addosso» ha allontanato le voci di un addio e si è messo alle spalle il diverbio di sabato con un tifoso dopo il ko con il Chievo. Con personalità ha dimostrato tutte le sue qualità e adesso è pronto a trascinare i suoi giovani compagni sempre più in alto.

Antoniomaria Pietoso

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