L’Ama ha dato l’ok alla rigenerazione (“revamping”) della seconda linea di termovalorizzazione di Colleferro che sarà attiva almeno fino al 2022. L’operazione era stata bloccata alla fine dello scorso anno dall’ex presidente di Ama, recentemente dimissionata, Antonella Giglio, su indicazione della amministrazione capitolina. Ma alcuni giorni fa l’Assemblea dei Soci di Ep Sistemi (società partecipata al 60% dalla regionale Lazio Ambiente e al 40% dalla romana Ama) ha approvato il piano industriale sottoscritto dal neo presidente Lorenzo Bagnacani.
Lo stanziamento di 2,5 milioni di euro dovrebbe consentire di rimettere in funzione l’impianto entro i primi mesi del prossimo anno, ma c’è chi sostiene che gli investimenti necessari ad ammodernare l’impianto, che risale agli anni novanta, comportino invece un costo alcune decine di milioni.
L’impianto rinnovato dovrebbe consentire, con le sue due linee, di smaltire 220.000 tonnellate anno di rifiuti della Capitale contro le 60.000 attuali, al prezzo di 83 euro a tonnellata contro i 135 che oggi Roma paga per trasferire e far smaltire i suoi rifiuti in Austria, in Emilia Romagna e Lombardia.
Secondo Ama si tratterebbe di “una scelta obbligata”, come pubblica oggi il Messagero, per evitare una multa da 11 milioni che la municipalizzata capitolina avrebbe dovuto pagare con il rischio di danno erariale. Mentre al FattoQuotidiano.it risulterebbe invece un compromesso politico per venire incontro alle richieste del ministro Galletti. Salta così un pezzo importante del mirabolante piano dei rifiuti dell’assessora Montanari che di termovalorizzatori non ne vuol proprio sapere.
Ma per la Raggi si apre un altro terreno di conflitto all’interno dei 5stelle, da sempre contrari agli inceneritori (escluso il reietto Pizzarotti che a Parma lo ha realizzato ex novo), mentre la Regione se la dovrà vedere con gli amministratori e i comitati dell’area fra Colleferro e Valmontone che anche recentemente hanno manifestato per la chiusura definitiva dell’impianto in un’area da decenni vessata dall’inquinamento.
Il revamping dell’impianto di Colleferro unito allo smaltimento prodotto dall’altro impianto di San Vittore in Ciociaria di proprietà Acea, anche se non risolutivo dei problemi di Roma, lascia aperto il problema della discarica di servizio da trovare nei confini del suo comune.
In ogni caso una boccata d’ossigeno alla situazione della Capitale alle prese con il malfunzionamento dei due impianti di trattamento di Rocca Cencia, e una riduzione produttiva degli altri due di Cerroni. Resta sospesa la scelta dell’impianto mobile a Ostia che il capogruppo 5stelle Ferrara non vuole per non perdere voti alle prossime elezioni di quel Municipio.
L’assessore alle Partecipate Colomban, che a settembre dovrebbe lasciare l’incarico, aveva ipotizzato che in futuro degli impianti dovrebbe occuparsene proprio Acea per lasciare la raccolta e lo spazzamento ad Ama.
Al di là dei sogni ecologici grillini, è evidente che la partita dei rifiuti nei prossimi anni si giocherà sui piani e sugli investimenti industriali, piuttosto che sul riuso dei pannolini proposto dal piano dell’assessora Montanari.
Giuliano Longo