Il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi lancia l’allarme «ora qui è il Vietnam. Crollano ancora strade, crollano ancora edifici. Ho difficoltà di emettere ordinanze perché aspetto le decisioni di altri enti». Lo ha detto nel corso di una intervista all’emittente privata Cusano Campus. Poi ha descritto la situazione di Amatrice «ieri notte con il maltempo ci sono stati altri crolli di strade» per questo «serve una task force permanente che stia qui» anche perché la presenza di varie istituzioni e della protezione civile c’è «ma poi si rimbalzano sempre le decisioni». Sullo sgombero delle macerie, dice Pirozzi, mancano gli atti formali per partire, inoltre ci sono gli edifici che sono vincolati e necessitano di autorizzazioni particolari e i reperti devono essere portati da una parte. «Tutto è stato predisposto, ma manca il là operativo». La scuola, invece, per il 13 settembre prossimo sarà pronta, ma per il resto «servono pareri e autorizzazioni che tardano ad arrivare per colpa della burocrazia» mentre il maltempo ha cominciato a colpire nelle zone montane. Pirozzi ha poi parlato del grande successo dell’iniziativa “AmatriceSolidale”, quando «prendendo spunto dall’immenso patrimonio immobiliare di seconde case ho pensato che tante persone potevano mettere la propria seconda casa a disposizione di chi ha perso la propria abitazione nel terremoto. Abbiamo già reperito più di 100 unità abitative» messe a disposizione dei privati «previa verifica che dovrà iniziare a brevissimo per i requisiti di agibilità». Una risposta indiretta a Pirozzi è venuta dal capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, in audizione alla commissione Ambiente alla Camera. Curcio è d’accordo sul concetto della ricostruzione della comunità in tutti i suoi aspetti, ma se «sul percorso normativo molte cose sono fattibili con gli strumenti derogatori dell’ordinanza, molte altre no». Poi ha spiegato che «prima di attivare la ripresa della vita sociale nei luoghi colpiti dal terremoto è necessario occuparsi della “filiera delle macerie” che è il primo atto da compiere e richiede tempi lunghi. Più urgente è lo spostamento di 4500 sfollati, per ora sistemati sotto le tende. Abbiamo la necessità di portare via le persone dalle tende, perché già essere in tenda è un problema per i nostri standard qualitativi». Inoltre il clima non è sostenibile, piove e le temperature si stanno già abbassando. Purtroppo, soprattutto la popolazione di Amatrice anche a 14 giorni dal sisma «non è pronta a venire via; sono comunità belle, forti e fiere, già l’idea di spostarsi è un problema: la risposta più comune è “se non sono morto per il terremoto non morirò di freddo”». Eppure un migliore collocamento è urgente e fattibile perché «stiamo parlando – ha aggiunto – di un numero ridotto di persone che non sono le 80mila dell’Abruzzo, o le 40mila-50 dell’Emilia, Veneto e Lombardia». Per Accumoli «c’è la tendenza di spostarsi verso San Benedetto del Tronto e da mercoledì è iniziato il primo spostamento di persone» mentre su Amatrice «si sta ragionando perché una parte (della popolazione) si sposterebbe, ma molti vogliono rimanere» puntando sulla iniziativa “Amatrice solidale”. Nel frattempo «con il territorio abbiamo condiviso il percorso per le cosiddette casette, abitazioni provvisorie, ma altamente tecnologiche, per coibentazione, costruzione, resistenza anche alla neve che non sono container e hanno standard elevati», ma per la consegna saranno necessari 7 mesi. Le soluzioni proposte alla popolazione colpita in questa fase di transizione sono il contributo per chi nell’arco di questi sette mesi non graverà sull’assistenza e avrà diritto a 200 euro a persona per un massimo di 600 euro, più incrementi per famiglie con fragilità. Altra soluzione riguarda la sistemazione in alberghi «ma c’è un po’ di resistenza a spostarsi da Amatrice a Rieti». Invece per quanto riguarda gli allevatori e le aziende agricole «abbiamo fatto la scelta di supporto puntuale, possono e non devono andare via ma restare accanto ai loro animali alla loro azienda, quindi avranno a disposizione container» per i quali «serve un minimo di urbanizzazione e una valutazione di stabilità; in ogni caso partiranno dal Friuli lunedì per Amatrice». Una serie di azioni tecniche in attesa delle casette che arriveranno in primavera.
G. L.