Il Merano Wine Festival sbarca a Roma

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Anche Roma sarà coinvolta in uno dei festival internazionali dedicati al vino più interessanti, affascinanti e ricchi di storia che si organizzano nel nostro Paese. E non solo e non tanto perché è stato presentato a Roma, da Eataly, la nuova edizione del Merano Wine Festival, ideato e organizzato Helmuth Köcher, che si terrà dal 4 all’8 novembre nella splendida cittadina dell’Alto Adige, tra le più a nord d’Italia. Ma perché il 27 e il 28 novembre all’Acquario Romano, in via Manfredo Fanti 47, a due passi dalla Stazione Termini, dove ha sede la Casa dell’Architettura, si terrà il Merano Award Selection, una piccola replica in due giorni del Wine Festival atesino. Sarà l’occasione per conoscere e provare i vini di alcune delle aziende più interessanti del momento, in tutto circa una cinquantina. Le tasting selection saranno integrate con la cucina di qualità e secondo le intenzioni degli organizzatori sarà come fare un salto indietro nel tempo di 25 anni, tornando in pratica al 1992, anno di fondazione e di nascita del Merano Wine Festival. «Siamo partiti con poche aziende e oggi siamo uno dei Festival dedicati al vino di maggiore rilievo in Europa e a noi guardano da tutti i Paesi, per capire quelle che sono le tendenze e anche la qualità dei prodotti», ha dichiarato Helmuth Köcher alla stampa. «Per questo, per celebrare i 25 anni abbiamo pensato di aprirci e di portare il Festival nella Capitale».

 

L’importanza del Wine Festival di Merano è data dal suo assoluto rigore nell’assegnare i premi. 8 diversi panel di esperti hanno analizzato alla cieca i campioni di circa 1000 aziende vinicole, assegnando i riconoscimenti e i premi senza fare sconti a nessuno. Nessun timore reverenziale nei confronti di etichette blasonate, anzi c’è la voglia di andare a scoprire aziende sconosciute al pubblico, ma che lavorano bene. È la professione questa del Wine Hunter, del cacciatore di vini, che Kocher da qualche stagione sta sponsorizzando e che dovrebbe entro poco venire disciplinata da una formazione rigorosa. Il Wine Hunter non è un sommelier. È un esperto e un addetto ai lavori che si impegna per scoprire nuove realtà che rispettino valori di qualità nel fare il vino. È colui che si prende il tempo necessario per scoprire le nuove produzioni, ascoltare i vignaioli o i produttori e non farsi influenzare dal blasone delle grandi aziende. Prendersi del tempo è fondamentale per avvicinarsi al vino. Su questo Helmuth Köcher è stato chiaro. Il vino ha bisogno di concentrazione per essere degustato appieno. Bastano certo pochi secondi, una manciata, ma con la consapevolezza di dargli il rilievo che merita, apprezzandone il colore, il profumo e il gusto. Non si tratta di vezzi o di atteggiamenti da iniziati. Piuttosto di comprensione del lungo lavoro che c’è prima in vigna e poi in cantina.

 

Data questa filosofia, il Merano Wine Festival presenterà nella giornata di apertura, il 4 novembre, oltre 90 aziende biologiche e biodinamiche, una realtà produttiva in forte crescita anche nel nostro paese. Su un totale di circa 500 aziende che saranno presenti sui banchi di assaggio, due terzi saranno italiane. Un terzo invece darà conto della grande qualità di vini che è possibile trovare in giro per il mondo. Con un focus particolare sulla Georgia, area geografica del centro Asia da cui si presume che la vite provenga. Per gli appassionati delle bollicine sarà possibile scoprire e degustare un campione di circa 220 champagne, oltre ai nostri eccellenti vini spumantizzati. Diverso il caso, e lo abbiamo detto, della due giorni romana. Qui saranno selezionate e presentate al pubblico capitolino circa 50 aziende, tra cui anche alcune produzioni laziali, a testimoniare la crescita del vino della nostra regione. L’idea di replicare in parte e con modalità differenti il Merano Wine Festival nasce anche dal bisogno di cogliere le opportunità che può offrire il mercato romano, sempre più attento e partecipe ai wine festival e alle iniziative enogastronomiche, senza dimenticare la vivacità dei ristoranti e degli chef che animano di eventi le notti della Capitale.

 

Max Bianco

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