Truffe per la vendita di pellet: ecco come funzionano

Il 21 giugno scorso è arrivata la prima condanna

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Associazione per delinquere finalizzata alla truff. Per questo reato il 21 giugno scorso un 65enne è stato condannato in primo grado dal tribunale di Rieti alla pena di anni 4 e mesi 8 di reclusione. L’uomo, un cittadino italiano, era stato sottoposto il 17 ottobre del 2016 agli arresti domiciliari dai carabinieri di Magliano Sabina su disposizione del giudice. Le indagini avevano infatti permesso di appurare, come il 65enne insieme ad altri due soggetti, che devono essere ancora giudicati per la scelta del rito processuale ordinario, negli anni 2014 e 2015, si era reso responsabile insieme ai suoi complici di ben 54 episodi di truffa, perpetrati su tutto il territorio nazionale.

LA TRUFFA DEL PELLET

Le modalità esecutive del raggiro erano sempre uguali ed estremamente semplici. Gli ignari acquirenti dei pellet tramite il web contattavano i presunti venditori, considerando anche l’estrema concorrenzialità dei prezzi proposti e si accordavano per il pagamento di quanto richiesto, con la dazione della metà al momento dell’ordine a mezzo di bonifico bancario e il rimanente alla consegna del materiale. Consegna che puntualmente mai avveniva. Alle richieste di spiegazione dei compratori, i proponenti si eclissavano con le somme di denaro già riscosse.

COS’È IL PELLET

Il legno in pellet è un combustibile naturale ricavato dalla segatura essiccata, infatti lo si può considerare come un “biocombustibile addensato”, generalmente in forma cilindrica, di lunghezza casuale, tipicamente tra 5 mm e 30 mm e con estremità interrotte, prodotto da biomassa polverizzata con o senza additivi di pressatura.

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