Dulcis in fundo ci mancava solo la Procura, questa volta di Civitavecchia, ad indagare sul comportamento di Acea Ato 2 sul prelievo di acque dal lago di Bracciano.
In effetti il timore di risvolti penali in ragione di quel prelievo e onde evitare accusa di reato per disastro ambientale, aveva indotto la Regione ad ordinare alla multiutily capitolina determinato l’ordinanza regionale con effetto immediato a sospendere i prelievi di acque dal lago già domani.
Resta il fatto che Acea Ato 2 Spa è indagata per inquinamento ambientale in relazione alla crisi idrica del lago di Bracciano. La Procura di Civitavecchia ha disposto infatti una perquisizione presso gli uffici di Acea Ato 2 Spa in piazzale Ostiense a Roma. Lo comunicano in una nota i carabinieri del Noe, a cui sono delegate le indagini.
“Con riferimento alla criticità ambientale che sta interessando il lago di Bracciano, oggetto negli ultimi giorni di enfasi mediatica, si rappresenta che sono state presentate più denunce alla Procura della Repubblica di Civitavecchia che ha delegato le indagini ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Roma – si legge nella nota – disponendo la contestuale esecuzione di una perquisizione locale, previa notifica di avviso di garanzia per inquinamento ambientale, presso gli uffici di Acea Ato 2 S.p.A. siti a Roma in piazzale Ostiense n. 2, al fine di sequestrare documentazione relativa alla captazione di acqua dal bacino lacustre”.
Quanto questa decisione della Procura possa incidere sugli sviluppi della trattativa in corso fra la Regione e Acea è difficile dire al momento attuale, ma sicuramente la vicenda si va complicando.
Il Tribunale delle acque a quanto si apprende ha rigettato il ricorso fatto da Acea sulla sospensiva dello stop ai prelievi dal lago di Bracciano ordinato dalla Regione Lazio.
Giuliano Longo