Tax Free Day: il reddito disponibile delle imprese romane si riduce di quasi duemila euro in 7 anni

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Rimane la terz’ultima città italiana a festeggiare il giorno della liberazione delle imprese dalle tasse. Roma, infatti non schioda dal suo triste primato, seguita da Reggio Calabria e Bologna. Un dato su tutti aiuta a comprendere la pesante situazione in cui vivono le imprese romane: il reddito annuale disponibile si è eroso nel giro di 7 anni di ben 1.892 euro, e la variazione tra il 2016 e il 2017 era solo di – 86 euro. Tardi, ma è comunque arrivata il 10 settembre la tanto attesa data del Tax Free Day e per celebrare l’evento CNA di Roma ha chiamato a raccolta le imprese del territorio.

La liberazione simbolica di quest’anno è suddivisa in due parti: la più significativa, come una pesante zavorra, è rappresentata dai 254 giorni dedicati, loro malgrado, dagli imprenditori a lavorare solo per il fisco. Una è ben più piccola: quella che resta per la famiglia (111). Il calcolo di quanto le tasse pesano sulle imprese romane è rilevato sulla base di un’attività-tipo: ditta individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto. Su questa tipologia di impresa ha elaborato le sue valutazioni la CNA Nazionale, attraverso l’Osservatorio permanente della tassazione sulle PMI di tutta Italia, che ogni anno si conclude con la classifica delle città più tartassate. Roma mantiene quest’anno il terzo posto, rimanendo sul podio, anche se sul gradino più basso, dopo Reggio Calabria e Bologna. Un sospiro di sollievo per le imprese romane che fino al 2014 erano le più tartassate d’Italia. Anche perché l’Irap è rimasta stabile; così come l’Irpef, comunale e regionale.

Veniamo ai calcoli. Tolti costi per macchinari, stipendi per 4 operai e un dipendente e altre spese, il suo reddito, prima delle imposte deducibili, è di 50mila euro. Dopo, il conto precipita a 15.247 (era a 17.139 nel 2011). Il 69,5 % finisce al fisco (era il 69,3 % l’anno scorso). Circa metà (31,3 %) di queste tasse e imposte finisce nelle casse di Comune e Regione, di cui ben 11.794mila euro solo per Imu, Tasi e Tari.

Invariate, rispetto all’anno scorso, le addizionali locali, quella Irpef regionale e quella comunale che ammontano quest’anno, rispettivamente, a 566 e 295.

E rimane stabile anche l’Irap, che quest’anno costa all’impresa-tipo 2.988 euro (3.109 del 2015).

Tuttavia fa fatta una precisazione, non di scarso rilievo. La recente approvazione del Nuovo Regolamento sulla TARI del Comune di Roma permette di escludere dalla parte imponibile le aree di produzione dei rifiuti speciali. Questa novità normativa, frutto di una grande battaglia da parte della CNA di Roma, riguarda oltre 40mila imprese che potranno ottenere una minore tassazione, stimata tra i 15 e i 20 milioni di euro. Quindi già a partire dal prossimo anno, potremo verificare le ricadute positive di questo provvedimento per l’economia romana.

 

 

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