«La scelta di Marcello Minenna come assessore al Bilancio del Comune di Roma è segno di consapevolezza della gravità dei problemi da affrontare e senso di responsabilità da parte della Sindaca». Che detto da un esponente della “sinistra sinistra” come Stefano Fassina risulta un assist di tutto riguardo non solo per lo stesso Minenna, ma per tutta la giunta Raggi composta in gran parte di uomini e donne che a sinistra hanno sempre fatto riferimento. In effetti a quell’assessorato inizialmente la sindaca indicò la magistrata della Corte dei Conti Daniela Morgante che aveva ricoperto quell’incarico con Ignazio Marino sino all’aprile del 2014, quando diede le dimissioni dopo le pubbliche tensioni con il suo collega alla mobilità Guido Improta, oggi indagato per i costi poco chiari della metro C.
LA MORGANTE E LA RAGGI
Poi la Raggi puntò su Daniela per il ruolo strategico di capo di Gabinetto al posto del fedelissimo Daniele Frongia, oggi vice sindaco della Capitale.
Stanca di tutti questi tira e molla dei 5 Stelle la Morgante sbatte la porta e se ne va. Al bilancio viene nominato Minenna che non fa nemmeno tempo ad occupare la poltrona e dare un’occhiatina alle carte che si scatenano le polemiche prima sul doppio stipendio di dirigente Consob e assessore, poi, una volta chiarita la sua rinuncia a quest’ultimo emolumento, si delinea la possibilità di un suo conflitto di interessi perché l’assessorato al Bilancio comprende le deleghe alle Partecipate. Tra queste una società quotata in borsa come Acea soggetta al controllo della Consob stessa. Il nodo della sua incompatibilità è illustrato in una interrogazione presentata dal senatore Andrea Augello al ministro del Tesoro ampiamente riportata dal quotidiano “Il Tempo”.
MINENNA E L’INTERROGAZIONE
«Il dottor Marcello Minenna – si legge – attualmente dirigente con il grado di Capoufficio, presso la Consob, con una retribuzione annuale di 120.000 euro, ha reso noto a mezzo stampa di aver rinunciato al compenso previsto per il suo incarico in Giunta. Secondo informazioni raccolte dall’interrogante, il dottor Minenna avrebbe già comunicato alla Consob la sua intenzione di non ricorrere all’istituto dell’aspettativa, rimanendo per ciò, a pieno titolo, in servizio». «In sostanza prosegue Augello – Marcello Minenna presume sia possibile rimanere in servizio presso la Consob e svolgere contestualmente il ruolo di Assessore al Bilancio del Comune di Roma con delega al controllo delle partecipate». Posizione che fra l’altro viene sostenuta anche da alcuni altri parlamentari del Pd fra i quali gli onorevoli Mucchetti e Morani.
CONFLITTO DI INTERESSI O NO?
Ammesso che il conflitto di interessi non sussista ci si chiede come Minenna materialmente possa dividersi fra Campidoglio e Consob tanto più se venisse verificata la notizia che i funzionari della Consociata di Borsa debbono timbrare il loro badge a conferma della loro quotidiana presenza anche negli uffici di Roma. Si presuppone che Consob possa concedere una deroga per Minenna stabilendo però un pericoloso precedente di ubiquità. Eppure tutti coloro che hanno frequentato il Palazzo Senatorio come i magistrati Morgante e Sabella si sono dovuti mettere in aspettativa, mentre l’assessore di Marino, Marta Leonori, dovette addirittura lasciare la poltrona alla Camera. Non solo, la stessa capo di gabinetto in pectore alla Raggi, Carla Rainieri magistrata della Corte d’appello di Milano, si mise in aspettativa quando Tronca la chiamò a capo dell’anticorruzione. Escluso che Consob possa regalare a Minenna120mila euro per il suo nuovo incarico, vorrà dire che lui di primo mattino farà verificare il suo badge all’ingresso di Consob per precipitarsi poi in Campidoglio salvo poi precipitarsi di nuovo in Consob in serata per ri-verificarlo in uscita. Mamma mia che stress!
Giuliano Longo