Terremoto, l’ira dei sindaci

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Sergio Pirozzi Amatrice

E’ sempre emergenza nei territori tra Lazio, Abruzzo e Marche che devono fare i conti con i danni del terremoto e la neve che continua a cadere in abbondanza. Ad insorgere i sindaci del territorio: «Se entro sette giorni non si indicano procedure che siano confacenti allo stato di guerra che stiamo vivendo, allora il sindaco di Amatrice scenderà in campo con una manifestazione con tutta la sua gente, e il mondo sarà in piazza con noi» ha scritto su Facebook il primo cittadino di Amatrice, Sergio Pirozzi, chiedendo alle autorità di «sgomberare il Corso dalla neve» e di mettere «in sicurezza la Torre Civica». Una iniziativa di protesta è in programma già per la giornata di domani a Roma, in piazza Santi Apostoli. Polemico anche il sindaco di Leonessa Paolo Trancassini che a una radio privata ha giustificato la sua decisione di chiudere le scuole. «Abbiamo sempre avuto scuole agibili, le ho fatte verificare dopo ogni scossa – ha detto il sindaco-. Dopo le ultime scosse ho fatto fare un’ulteriore verifica e mi è stato chiesto di sistemare una canna fumaria e l’intonaco su una parete. Ma in questa situazione la Commissione Grandi Rischi dice sostanzialmente che ci sarà la fine del mondo: io non lo so se le mie scuole resistono alla fine del mondo e allora le ho chiuse». Il primo cittadino ha spiegato che «abbiamo una inagibilità (degli immobili, ndr) intorno al 30%, abbiamo perso alcune attività commerciali e il centro storico fa fatica a ripartire. In alcune frazioni ci sono stati danni con crolli. Abbiamo messo in contatto i residenti e i non residenti che hanno seconde case per riallocare chi ha un’ordinanza di sgombero e ha diritto al rimborso per trovare una sistemazione». Quindi ha chiesto rassicurazioni da parte del Commissario e della protezione civile senza le quali non riaprirà le scuole. In merito invece alle notizie relative alla moria di animali nelle zone colpite dal sisma la Regione Lazio comunica che «a oggi, sulla base dei dati forniti dalla ASL di Rieti non risultano incrementi significativi di morti animali, legate al fenomeno sismico. Nel 2016 nella zona del cratere, su una popolazione totale di 7.000 capi tra bovini e ovini, sono state accertate complessivamente 171 morti animali, tutte per cause varie indipendenti dal terremoto. Dall’inizio del 2017 sono stati certificati a oggi 20 casi, anche questi indipendenti dal sisma». La Regione Lazio, in collaborazione con Arsial, ha anche prorogato per un mese la distribuzione di foraggio, mangime e acqua come fornitura straordinaria per le aziende delle zone colpite dal sisma. «Il lavoro cominciato il 24 agosto prosegue senza sosta per assicurare il nostro sostegno e la nostra vicinanza agli agricoltori e agli allevatori» ha spiegato l’Assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio, Carlo Hausmann.

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