Falcognana, rifiuti pericolosi: falde acquifere inquinate

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Ecofer Ambiente s.r.l. è titolare della discarica sita in località Falcognana via Ardeatina Km 15,300 . Si trova nell’area metropolitana del IX Municipio , in una zona di interesse pubblico, all’ interno del paesaggio agrario dell’ area compresa fra le zone storiche della Laurentina e Ardeatina e fu oggetto di contestazione da parte di comitati, amministratori di quel municipio già dal 2003 quando fu autorizzata. In un’area ricca di reperti archeologici , limitrofa al Santuario del Divino Amore e dove sono presenti l’agricoltura, l’allevamento di bestiame e molti agroturismo. La popolazione locale teme quindi emissioni nocive che potrebbero avvelenare l’aria e le falde acquifere .

 

Per di più recenti rilevazioni avrebbero accertato la presenza di sostanze altamente inquinanti rilevate sia nel suolo che nel sottosuolo sino a livello delle falde acquifere con sversamento di sostanze tossiche . La Ecofer dispone di tre invasi , il primo è colmo, il secondo è a oltre la metà, il terzo non è ancora completato . Da quanto emerge dalla documentazione disponibile i rifiuti smaltiti in quegli invasi producono consistenti quantitativi di biogas , come si evince dall’ istallazione dei generatori di produzione di energia elettrica da biogas con l’ autorizzazione dell’ AIA (Autorizzazioni Integrate Ambiente ). Tuttavia nonostante la accertata natura anomala del rifiuto e la consistente produzione di biogas non risultano analisi di controllo per la dispersione dal lotto di discarica dove si sversa il fluff.

 

Cioè rifiuti contenenti metalli derivati dallo scarto di frantumazione e recupero di autoveicoli fuori uso e carcasse di elettrodomestici . La procedura di smaltimento prevede che prima della frantumazione , i veicoli vengano sottoposti ad una opportuna bonifica che consiste nella rimozione di tutte le componenti che potrebbero contaminare i rifiuti a valle con elementi pericolosi come PCB, policlorobiferili altamente tossici e quasi totalmente banditi, e metalli pesanti .La variabilità dei materiali trattati presuppone dei controlli molto rigidi tanto che l’attività di gestione è soggetta a una direttiva comunitaria relativa ai veicoli fuori uso . Dovrebbero esserci monitoraggio e controllo dei rifiuti e del percolato da parte degli organismi preposti ( provincia e ARPA ), ma visto l’ attuale superamento delle concentrazioni della soglia di contaminazione tali controlli non risultano essere stati fattii. Le violazioni compiute da Ecofer sarebbero molteplici. Tanto che gli abitanti della zona , i Comitati , le Associazioni sono riunite da tempo in pianta stabile accanto alla discarica nell’ intento di proteggere la salute e l’ambiente in cui. Queste hanno presentato diversi ricorsi al TAR. E’ di questi giorni la notizia che il tribunale (con ordinanza n.01695/2016 reg. prov. Cau. N. 2490/2016 reg.ric. Cons. Stato n. 03082/2016 reg. prov. Cau. N. 045457/2016 reg. ric. ) ha concesso la sospensione del progetto presentato da ECOFER che mira a ampliare sia qualitativamente che quantitativamente l’ attività di lavorazione nel sito della discarica oggetto di criticità ambientale. I pratica il tribunale amministrativo ha riconosciuto l’ inquinamento delle falde acquifere come risulta da un ‘indagine sulla salute delle acque redatta da un tecnico dell’ Università di Napoli .

Secondo la giurisprudenza dominante , la legittimazione dell’ impianto , non si può subordinare alla concreta pericolosità dell’ impianto stesso poiché sono evidenti le temute ripercussioni su un territorio comunale collocato nelle immediate vicinanze di agglomerati abitativi.

Gilda Maria Tucci

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