L’alternanza scuola-lavoro nei licei è uno dei punti più controversi dell’ultima riforma scolastica: molte sono le resistenze, dovute non soltanto al consistente numero di ore di lezione stornate alle attività di alternanza ma anche alle perplessità nutrite da docenti e discenti sulla coerenza delle attività con i vari indirizzi di studio, coerenza che spesso viene a mancare.
Vi sono però fortunate eccezioni, che contemplano progetti concreti ed effettivamente formativi, capaci di dare un senso all’esperienza vissuta dai ragazzi al di fuori dell’edificio e dell’orario scolastico.
È il caso del progetto “La differenza non è una sottrazione”, gestito dal Liceo Scientifico Teresa Gullace Talotta di Roma e dall’associazione Hermes Onlus, anch’essa operante nella capitale, che si occupa di assistenza ai disabili
Il progetto riguarda gli alunni e i docenti della classe III E del liceo, con l’obiettivo di effettuare un percorso formativo in un contesto lavorativo non finalizzato alla produzione di beni e servizi, ma alla creazione di momenti di benessere per le persone che vi partecipano. Infatti gli alunni coinvolti nel progetto, dopo una breve formazione iniziale, lavoreranno in collaborazione con gli operatori della Hermes, partecipando attivamente ai vari laboratori che l’associazione organizza per i ragazzi disabili, e che vanno da quelli di mosaico a quelli di danzaterapia, da quelli di pittura a quelli di musicoterapia.
Il percorso contemplerà momenti di riflessione sui vari aspetti della disabilità e su come essa incida sullo sviluppo della persona umana e sui rapporti possibili tra disabili e “normali”.
Il monitoraggio dello svolgimento del progetto e della sua ricaduta sarà affidato a tutor della scuola e dell’associazione.
Fin qui gli aspetti tecnici dell’operazione: ma quale la sua valenza umana e sociale?
Enorme, se pensiamo a quale potrà essere la ricchezza dell’esperienza per i ragazzi del Gullace che si confronteranno, in un ambiente non scolastico, con la realtà della diversità che non è, appunto, inferiorità ma, al contrario, occasione di crescita personale attraverso il contatto con coetanei capaci di dare affettivamente molto più di quanto ricevono.
Sicuramente, al termine dell’esperienza, i ragazzi del Gullace avranno maturato la consapevolezza di essere stati davvero utili ai loro coetanei assistiti dalla Hermes, che senz’altro li accoglieranno con l’affetto e la gioia di vivere di cui hanno sempre dato prova. “Mano nella mano, anche noi possiamo”, recita il motto dell’associazione: e sarà bellissimo vedere mano nella mano ragazzi della stessa età, capaci di darsi senza riserve gli uni agli altri, con quella spontaneità e generosità che i giovani sanno dimostrare quando è necessario.
Complimenti e auguri, dunque, agli alunni del Gullace, ai ragazzi della Hermes e a chi ha reso possibile questa esperienza: al Dirigente Scolastico del Liceo Gullace Prof. Stefano Guerra, agli organi collegiali della scuola e alla Presidente della Hermes Onlus Loredana Fiorini.
Biagio Sansone