Business Open Fiber Acea, benedetto dal Governo per la banda larga a Roma

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Mentre si va disvelando il mistero delle ferie di Virginia Raggi e le opposizioni scelgono le più o meno meritate vacanze agostane, i grillini vanno soggetti a una graduale mutazione genetica da partito lotta dura e soprattutto ‘pura’, peraltro a partito di governo che sperano ardentemente di conquistare alle prossime elezioni politiche.

Business non olet. Così mentre Acea tenta di rattoppare (entro un anno, dicono) la rete idrica incalzata dalla siccità e dal prosciugamento del lago di Bracciano, non disdegna di mettere in piedi un ‘affarone’ che potremmo davvero definire epocale per la multiutility al 51% del Campidoglio, quindi pubblica a pieno titolo. 

Succede allora che ai primi di agosto sia stata firmata un’intesa fra l’ad di Acea Stefano Antonio Donnarumma e l’ad di Open Fiber (Enel e Cassa Depositi e Prestiti) Tommaso Pompei, presenti i presidenti delle società rispettivamente Luca Lanzalone e Franco Bassanini. 

Un accordo industriale e strategico, benedetto dal Governo Gentiloni e dal Pd, che prevede l’arrivo di una rete in fibra ottica nelle case di un milione di romani. 

“Roma è un tassello fondamentale per la nostra strategia di sviluppo nelle aree a successo di mercato”, ha spiegato alla agenzie Pompei precisando che la banda ultralarga arriverà a 1 mln 300mila romani con un obiettivo di copertura all’80%. A questo scopo Open Fiber investirà 400 milioni con una ricaduta occupazionale di 1.500 posti.

I tempi per il completamento della rete sono tra i quattro e i cinque anni, ma appena saranno coperti quartieri o aree del territorio potrà cominciare la vendita del servizio. Acea per parte sua fornirà le infrastrutture e in particolare è previsto che l’utility capitolina fornisca dati cartografici e il supporto necessario all’individuazione delle infrastrutture per la realizzazione della rete.

L’accordo, che non farà impazzire di gioia la Telecom, parte da presupposto che il contatore sia una porta di ingresso ideale per raggiungere le abitazioni senza contare che la fibra consente non solo al gestore telefonico, ma anche a quello elettrico (in questo caso Acea) di offrire servizi avanzati sia di misurazione (smart meter) che di domotica, servizi legati alle cosiddette “smart city”.

Il valore del business è difficilmente stimabile a distanza di 5 anni dal suo completamento, ma ne possiamo trarre due conseguenze. La prima è che la Telecom di Bollorè a Roma viene spiazzata, la seconda è che Acea finisce per divenire strategica per i 5stelle di ‘governo’ ben più delle buche da tappare o dell’erba da sfalciare. 

Se poi Acea dovesse intervenire oltre che sulla banda larga, l’acqua e l’energia elettrica anche sui rifiuti (come già fa l’A2A di Milano) i disastri della Raggi verrebbero ampiamente compensati dall’attivismo grillino nel grande business, business senza frontiere (politiche) appunto.

Giuliano Longo

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