Se la campagna elettorale per le elezioni politiche appare come una delle peggiori cui abbiamo assistito con le mirabolanti promesse di partiti e movimenti e tensioni probabilmente enfatizzate dai media, qui nel Lazio si può dire che tutti i candidati governatori sono rimasti con i piedi per terra guardando ai problemi reali della regione che riguardano, sanità, trasporti, rifiuti, lavoro e sicurezza.
Toni che potremmo definire ‘morbidi’ che vanno dall’aplomb istituzionale di Zingaretti, al profilo manageriale di Parisi, alla grillina Lombardi più ‘governativa’ che movimentata sino al sorriso di Pirozzi che ha mandato giù con stile anche la minaccia di Berlusconi di prenderlo a calci nel c….dopo se il centro destra dovesse perdere il Lazio per colpa sua.
Salvo colpi di scena sul finale la coltre di neve che copre Roma e il Lazio dovrebbe attutire i gargarismi battaglieri limitati alle fake news che dilagano in rete soprattutto da parte grillina.
I sondaggi non si pubblicano (per carità potrebbero spostare l’opinione degli elettori, evidentemente considerati dei minus abentes) eppure fra tutti quelli che contano nei palazzi del potere, nei vertici di partiti e movimenti e fra i media, dilagano le rilevazioni che indicano tendenze tutte da verificare nel voto, poi ognuno tira l’acqua al suo mulino.
Se per i media di centro destra Stefano Parisi ormai risale superando il gap di una campagna elettorale a scoppio ritardato, i 5stelle pensano di conquistare la Pisana sull’onda del previsto successo a livello nazionale. Per il Pd e alleati Nicola viaggia ormai fra il 38% e il 40% dei consensi anche se qualche osservatore comincia a dubitare che possa conquistare la maggioranza assunta dei consiglieri alla Pisana. Pirozzi, l’uomo dello scarpone, incoraggia i suoi a resistere convocando il 10 marzo gli Stati Generali per preparare con la sua lista le elezioni amministrative di maggio, con l’evidente intenzione di creare se non un partito vero e proprio, un movimento a livello nazionale.
Zingaretti invece si schernisce e nega ambizioni di ascesa nelle gerarchie del Pd nonostante la sua alleanza con la sinistra sinistra strida con le scelte nazionali del suo partito. Lui farà il governatore, punto e basta.
Un quadretto che apparentemente sembra già disegnato dai sondaggi delle scorse settimane: primo Nicola e secondo chi sarà? Qui cominciano i rumors e le sbirciatine ai sondaggi vietati al popolo. Perché Roberta potrebbe essere seconda, ma insidierebbe Nicola con un distacco di soli 3 o 4 punti, Stefano occuperebbe la terza posizione (il che spiega l’incazzatura dell’ex Cavaliere nei confronti del montanaro di Amatrice) e Pirozzi, sottostimato dagli avversari, rischia di avere un successo personale a due cifre e di portare alla Pisana almeno 3 consiglieri con la sua lista.
Ipotesi tutto sommato credibili se non fosse che otre alla percentuale di quelli che a votare non ci andranno proprio, ballerebbe un 12% di indecisi che fanno la diffrenza. E qui potrebbe pescare proprio Pirozzi, anzi, pare proprio che lui ne sia convinto.
Infine le preferenze di lista. Qui si gioca la partita più difficile delle alchimie politiche perché a parte la nuova legge elettorale che prevede la parità di genere (eccetto che per i capo lista che comprendono anche la Lombardi e Pirozzi) il gioco delle preferenze diventa sempre più difficile come hanno dimostrato anche le più recenti tornate amministrative.
Certo, oltre che i signori delle tessere ci sono ancora quelli delle preferenze, ma oggi dispongono di un patrimonio sempre più magro e ancor più magro potrebbe essere in coincidenza delle elezioni politiche dove il cittadino elettore segna il simbolo del partito e via. Consapevole o meno che i candidati alle Camere li hanno già scelti altri nei palazzi del potere. Per le regionali non è così e i voti di lista possono determinare o meno l’ingresso al Consiglio Regionale.
Riusciranno i principali eroi di questo match regionale a concluderlo senza falli a gamba tesa in area di rigore? Ce lo auguriamo, meglio una campagna elettorale magari noiosa che isterica o paranoica. Si avvantaggia la democrazia.
Giuliano Longo