Ecomafie, per la commissione parlamentare se non si chiude il ciclo dei rifiuti nel Lazio si favorisce la criminalità

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Questa mattina la commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio, presieduta dall’onorevole Chiara Braga, ha approvato all’unanimità la relazione di 450 pagine.

La relazione è il risultato di un’inchiesta durata due anni, basata su decine di audizioni delle Procure del Lazio, della Direzione distrettuale antimafia, delle prefetture di Roma, Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti, le forze di Polizia, la giunta regionale, l’Arpa Lazio, le amministrazioni di Roma capitale e dei principali comuni della regione, le associazioni e i comitati di cittadini. 

La commissione ha ascoltato anche  testimoni di fatti illeciti, relativi a sversamenti di rifiuti industriali nel sud del Lazio.

Una situazione che si trascina da decenni e riguarda la situazione critica del ciclo dei rifiuti per il quale mancano gli impianti, come spesso sottolineato anche dal ministro all’Ambiente Galletti, ma che si è aggravata dopo la chiusura della mega discarica di Malagrotta. Come dimostra la costosa esportazione i migliaia di tonnellate di rifiuti in altri impianti sia nel nostro paese che all’estero.

Gli stessi impianti romani di TMB presentano cronici problemi di funzionamento e le proteste delle popolazioni residenti.

In questa debolezza del ciclo dei rifiuti si inseriscono fenomeni illeciti diffusi quali il rovistaggio, i roghi tossici, le filiere improprie dell’autodemolizione, l’abbandono di rifiuti edilizi, il degrado ambientale che interessa i campi nomadi. Tutti fenomeni sui quali si sta indagando, ma che richiamano fortemente la responsabilità degli amministratori che dovrebbero pianificare e controllare.

La commissione ha anche  analizzato le inchieste giudiziarie sugli illeciti ambientali o i reati contro la pubblica amministrazione collegati con il ciclo dei rifiuti. La stessa vicenda del “Mondo di mezzo” segnala l’interesse di organizzazioni criminali per la gestione di alcuni segmenti del ciclo dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Vi sono anche illeciti ambientali nella gestione della discarica di Malagrotta e nella “galassia” di interessi che da quella realtà si diramano, che determinano una  situazione ancora aperta e irrisolta come attestato dalle risultanze giudiziarie che rivelano un inquinamento persistente per l’intero sito della Valle Galeria a causa della presenza di altri impianti ad elevato impatto antropico. 

Altri  fenomeni illeciti diffusi e situazioni critiche riguardano poi il Lazio, con attenzione alle presenze criminali nella parte meridionale della regione, territorio particolarmente sensibile. 

Su questo versante la commissione ha esercitato il potere di indagine soprattutto sul caso della discarica di Borgo Montello, in provincia di Latina, approfondendo la storia degli sversamenti illeciti di rifiuti di origine industriale. Vicende che trovano all’interno della relazione sul Lazio una importante ricostruzione, resa possibile dall’acquisizione di numerosi atti giudiziari e dalle testimonianze raccolte dalla Commissione. 

L’esame di illeciti nel Basso Lazio  lega situazioni “storiche” di presenza della criminalità ambientale alla possibilità di offerta, da parte di realtà criminali, di “servizi” ambientali illeciti contigui ai settori dell’edilizia o del movimento terra. Una situazione in cui il rischio di infiltrazioni di realtà criminali,  attente alle opportunità offerte dal ciclo dei rifiuti, impone la massima attenzione di tutti i soggetti pubblici.

Giuliano Longo 

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