di ALBERTO SAVA
L’associazione “Mamme Etrusche” ha molto dire su come, perché e da chi siano stati effettuati i controlli, sbandierati dal sindaco Pascucci, al servizio refezione scolastica gestito dalla Sodexo. «È necessario fare chiarezza – spiegano – sul caso della mensa scolastica di Cerveteri: l’articolo 9 del regolamento della refezione stabilisce che la commissione mensa esercita il collegamento tra l’utenza e l’Amministrazione comunale, facendosi carico di rappresentare le diverse istanze che pervengono dall’utenza. Ad oggi, però, molti genitori ancora non sanno a chi rivolgersi per formulare le loro perplessità. Moltissimi lo hanno fatto sui social, altri si sono rivolti a noi, che ci siamo interessate al problema richiedendo la documentazione, ancora non pervenuta. L’esame della documentazione è necessario per comprendere i fatti raccontati dai bimbi sul cibo, oltre che essere un diritto di ogni genitore».
«Non abbiamo mai compreso – proseguono le mamme – perché, pur avendo richiesto come comitato di essere presenti ai tavoli tecnici sulla mensa, tale richiesta sia stata vista come una forma di contrapposizione. Ad oggi i problemi permangono, gli aumenti ci sono stati, le esenzioni sono state poche, e forse la nostra presenza è stata intenzionalmente evitata. Alcuni genitori continuano a segnalare che la qualità del cibo non è soddisfacente, nonostante gli aumenti. Del tutto disatteso, infatti, è il dispositivo del regolamento che disciplina il rapporti tra i genitori e i commissari mensa, i quali hanno poi il compito di riferire all’Amministrazione comunale. Il regolamento, infatti parla di utenti/genitori ma le parti riconosciute tramite un preciso contratto d’appalto sono due: Sodexo e comune di Cerveteri, mentre è indiretta la figura degli utenti rappresentata dai commissari mensa, e che dovrebbe essere salvaguardata nei fatti dal Comune. Ma la nostra parola d’ordine è: “tuteliamo la salute dei nostri figli”».
Le “Mamme Etrusche” cercano quindi di fare chiarezza sui fatti di qualche giorno fa, segnalati da alcuni genitori e insegnanti. «Alla G. Cena – raccontano – il formaggio servito aveva aspetto e sapore alterati, anche se solo per alcune porzioni. L’insegnante ha fatto presente l’accaduto. Di norma, si sarebbero dovute attivare le procedure di autocontrollo haccp, da parte del personale competente. Invece, si è inspiegabilmente optato per un sopralluogo avvenuto però il giorno dopo ed effettuato oltretutto da due genitori, uno commissario mensa, e l’altra delegata del Comune. Un caso di verifica e controllo al di fuori del regolamento che prevede queste verifiche con ispezione contestuale al giorno, non successiva».
Il resto dell’articolo sul Giornale della Provincia di domenica 22 gennaio 2017